Non solo la vulcanica Nadia Toffa, reporter de ’Le Jene’, anche un’altra protagonista della televisione italiana ha deciso di fare ’coming out’, decidendo di rivelare l’odissea della sua malattia: Daria Bignardi. Lo ha confessato nel corso di un’intervista rilasciata a ’Vanity Fair’, nella quale spiega “Ho superato una malattia seria, ma al tempo stesso molto comune. Si ammalano milioni di donne, a cui va tutto il mio affetto”, aggiunge l’ex direttrice di RaiTre, ripercorrendo la scoperta del ’male’, avvenuta “facendo una mammografia di controllo, appena terminata l’ultima stagione delle ’Invasioni barbariche’”. Come spiega la conduttrice e scrittrice (esce in questi giorni ’Storia della mia ansia’, che definisce “per me è il mio libro più importante”), “chi è ammalato considera la propria malattia il centro del mondo ma, anche se ho rispetto per chi sta soffrendo in questo momento, parlare pubblicamente della malattia in generale, o peggio ancora della mia, non mi interessa”. A proposito del pudore di cui si parla tanto nel rivelare la propria condizione di malato oncologico, Daria, che proprio oggi, nel giorno di San Valentino, compie 57 anni, replica: “Un po’ per pudore, un po’ per paura della curiosità o della preoccupazione degli altri, un po’ perché quando guarisci volti pagina e non hai più voglia di parlarne ancora”. Una condizione che ha finito per determinare questo suo sesto romanzo, “ci sono personaggi completamente inventati e altri che somigliano a persone che conosco. E naturalmente ci sono anche io” dice la scrittrice che, come la protagonista Lea Vincre, combatte con ansia ed incomprensione un tumore al seno: “Mentre scrivevo mi sono ammalata”. Ma tiene poi a sottolineare la Bignardi a ’Vanity Fair’, “è un tema, quello della malattia, che non mi interessa tanto. Ne ho scritto. Lei domanda e io rispondo, ma è la prima volta e anche l’ultima spero”. Inevitabile però, anche le difficoltà legate alle dolorose cure alle quali si è sottoposta: “La chemioterapia fa schifo, ma serve. Curarsi o operarsi non è divertente. Non ho rimosso niente, ma ho elaborato tutto anche scrivendo questo libro. Non è un libro sulla malattia e non è un libro sul tumore. E’ una storia d’amore e sul rapporto tra l’amore e l’ansia. Il cancro è soltanto un evento che lo attraversa”. L’intervista termina con una domanda circa il suo futuro: farà solo la scrittrice? “Non me lo chiedo, faccio una cosa per volta. Ora sì. Magari in futuro potrei tornare in radio, ma scrivere mi piace e mi corrisponde più di tutto”.
M.