L’herpes zoster, il cosiddetto ‘fuoco di Sant’Antonio’, colpisce circa 150mila italiani l’anno. E in alcuni casi dà origine a una complicanza invalidante, la nevralgia post-erpetica, che riduce la qualità della vita di chi ne è colpito. Si calcola che circa un adulto su 3 sia a rischio di sviluppare almeno un episodio e l’incidenza e la gravità aumentano con l’età, arrivando a una persona su 2 tra gli over 85 anni. A fare il punto sulla patologia e sulle nuove opportunità di salute offerte dalla vaccinazione – grazie al nuovo vaccino ricombinate disponibile oggi anche nel nostro Paese – è stato un panel di esperti nel corso dell’incontro online “Proteggersi dall’herpes zoster, un’occasione da non perdere. Quando l’innovazione incontra la prevenzione’, organizzato oggi da Gsk Italia.
Alla registrazione del nuovo vaccino ha contribuito anche l’Italia, con 5 studi clinici registrativi con il coinvolgimento di 47 centri. “La lunga tradizione italiana in campo vaccinale e di sanità pubblica ha fatto sì che siamo stati e siamo in prima linea anche nello sviluppo clinico del vaccino”, ha raccontato Giancarlo Icardi, docente di Igiene dell’Università di Genova. “Come sperimentatori abbiamo per primi constatato non solo la sicurezza, ma anche l’ottima performance di questo vaccino in tutti i soggetti che sono eleggibili alla vaccinazione contro l’herpes zoster”, ha aggiunto.
Per quanto riguarda l’utilizzo pratico del vaccino, “i medici di medicina generale non possono che essere in prima linea per la prevenzione dell’herpes zoster. E ancora di più grazie alla disponibilità di un vaccino innovativo che presenta caratteristiche perfette per l’utilizzo nel nostro setting”, ha sottolineato Tommasa Maio, segretaria nazionale Federazione italiana medici di medicina generale-Continuità assistenziale. “L’efficacia dei medici di medicina generale in ambito preventivo – ha aggiunto – è dimostrata. Il Covid ha reso ancora di più evidente questo ruolo. I medici di medicina generale, nei loro 60mila studi capillarmente distribuiti sul territorio, in autunno hanno vaccinato in sicurezza oltre 11 milioni di Italiani per l’influenza in appena 10 settimane, nonostante si fosse in piena seconda ondata pandemica e nonostante non fossimo stati vaccinati contro il Covid. Abbiamo lavorato sulla motivazione all’adesione vaccinale da tempo e il rapporto con i pazienti è consolidato anche in campo vaccinale”.
Finora era disponibile in Italia un vaccino vivo attenuato, in grado di ridurre di circa il 65% i casi di nevralgia post-erpetica e di circa il 50% di tutti i casi clinici di herpes zoster. Ma l’efficacia decresce con l’età, passando dal 70% nei cinquantenni al 41% nei settantenni. L’efficacia del nuovo vaccino ricombinante adiuvato, valutata in persone a cui sono state somministrate due dosi a distanza di 2 mesi, è invece intorno al 97% nei cinquantenni e del 91% nelle persone ultrasettantenni. Tra i vantaggi anche la possibilità di usarlo in soggetti precedentemente vaccinati con il vaccino vivo attenuato, di co-somministrarlo con altri vaccini, la persistenza della protezione per diversi anni e l’efficacia contro la nevralgia post-erpetica.
“Il nuovo vaccino ricombinante adiuvato è un passo avanti importantissimo in considerazione della sua elevata efficacia sia nel breve che nel lungo periodo, soprattutto per i soggetti over 65, visto che lo zoster è una patologia assai frequente nella popolazione adulta e con gravi complicanze”, ha spiegato Massimo Andreoni, docente di Malattie infettive dell’Università Tor Vergata di Roma. “Inoltre – ha aggiunto – il vaccino disponibile fino ad oggi era a virus vivo attenuato, non utilizzabile proprio laddove c’è maggiore necessità: nei pazienti immunodepressi che da oggi possono invece beneficiare di questa nuova opzione preventiva”.
Durante l’incontro stampa si è ricordato il caso della Regione Lombardia, che ha deciso di adottare subito questa nuova vaccinazione per i propri cittadini a rischio attraverso una procedura di gara che, nei giorni scorsi, ha visto l’aggiudicazione in favore del vaccino ricombinante adiuvato di Gsk. “L’emergenza pandemica – ha sottolineato Fabio Landazabal, presidente e Ad Gsk Italia – ci ha insegnato l’importanza di non abbassare la guardia e di preservare i servizi essenziali per proteggere tutti, dando un nuovo significato alla vaccinazione dell’adulto come persona di cui proteggere sia qualità di vita che ruolo nella società. Trasformando le prospettive di chi è a rischio di herpes zoster, rinnoviamo la nostra promessa di costruire innovazione reale per i pazienti, partendo proprio dalle nostre eccellenze di ricerca e produzione in Toscana da dove il vaccino viene prodotto e distribuito in tutto il mondo”.