Protagonista assoluto del Rinascimento fiammingo, Memling divenne il più importante pittore di Burges dopo la morte di Rogier van del Weyden, esercitando una grande influenza anche sugli artisti italiani del primo Cinquecento.
La mostra di Roma nonèsolo un omaggio ad un artista dalla straordinaria personalità. Ma fornisce un quadro della scena economica, politica e sociale del Quattrocento, permettendo di approfondire le forme di mecenatismo che fecero da propulsore per la carriera dell’artista. Più di tutti i suoi contemporanei, Memling divenne il pittore preferito della comunità di mercanti e agenti commerciali italiani a Bruges, diventando l’erede dei maestri fiamminghi ormai scomparsi.
L’esposizione curata da Till-Holger Borchert si compone di sette sezioni. Si inizia con il confronto tra Memling e il maestro Rogier van del Weyden, passando per le grandi commissioni dei committenti italiani, proseguendo con opere di artisti a lui coevi, per poi focalizzare l’attenzione sulla pittura di narrazione di Memling, presentando l’emulazione della sua arte da parte di maestri italiani, e concludendo con le più importanti commissioni di famiglie altolocate, come l’eccezionale Trittico di Adriaan Reins.