Si infittisce il mistero sulla morte del presidente di Haiti Jovenel Moise, ucciso da dodici proiettili nella notte tra martedì e mercoledì mentre si trovava nella sua abitazione di Port-au-Prince. Nell’aggressione è stata ferita anche la first lady Martine Moise, ora ricoverata in condizioni stabili in un ospedale di Miami. Le autorità dell’isola caraibica hanno infatti annunciato, in tempo record, che la polizia di Haiti ha ucciso quattro presunti killer del presidente e arrestato altri due sospetti. Ancora ignote le loro identità e il movente dell’attacco. Nel blitz le forze dell’ordine sarebbe stati liberati tre poliziotti presi in ostaggio dalla banda.
Dubbi
Nonostante i proclami e le rassicurazioni del primo ministro Claude Joseph, ora presidente ad interim alla guida del Paese, sono tanti i dubbi sulla vicenda. I “mercenari”, ritenuti colpevoli della morte di Moise, sono stati uccisi in una zona limitrofa alla villa del presidente assassinato, teatro dove è avvenuto il regicidio. Ad Haiti, uno dei Paesi più poveri e con più criminalità dell’America latina, la situazione socio-economica è nebulosa. Per due settimane sarà in vigore lo stato d’emergenza. Sull’accaduto è prevista per oggi una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu
Poi c’è la politica. Moise era stato eletto nel 2016, ma era al potere dal 7 febbraio 2017. Nell’ultimo periodo di presidenza era stato accusato di aver instaurato un regime autoritario e di voler rimanere in carica oltre la scadenza del suo mandato. Con le Camere sciolte e con il presidente della Corte costituzionale, per legge la figura che avrebbe dovuto sostituire il capo di Stato in caso di morte o impossibilità di esercitare le sue funzioni, morto di Covid da poco e dunque ancora non sostituito, si teme lo scontro istituzionale.
Claude Joseph era infatti stato destituito da Moise e avrebbe dovuto lasciare la carica di primo ministro nei prossimi giorni. Al suo posto era tutto pronto per Ariel Henry, che ora rivendica le volontà dell’ormai defunto presidente. Joseph, però, sembra voler rimanere dov’è.
Mario Bonito