(Adnkronos) – Guerra Ucraina-Russia, le sanzioni occidentali non faranno mai cambiare idea a Mosca su Kiev. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, dicendo che ”si tratta di sanzioni pesanti”, ma anche che ”la Russia ha le potenzialità per compensare il danno”. ”Non possiamo farci niente e non torneremo indietro. Se vogliono punirci per qualcosa, facciano pure”, ha detto Peskov aggiungendo che le sanzioni imposte direttamente contro di lui ”non hanno alcun effetto”.
E’ ”troppo presto” per esprimersi sui negoziati iniziati ieri a Gomel, in Bielorussia, tra le delegazioni di Ucraina e Russia. Quello che è certo, al momento, è che non si sta preparando un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky, ha fatto sapere inoltre Peskov.
Per la Russia è “inaccettabile” la presenza di armi nucleari americane in Europa, ha dichiarato dal canto suo il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, intervendo in video alla Conferenza sul disarmo di Ginevra. “Per noi è inaccettabile che, contrariamente ai principi fondamentali del Trattato di non proliferazione, armi nucleari statunitensi siano ancora presenti sul territorio di alcuni Paesi europei”, ha detto Lavrov, sottolineando l’importanza di evitare una nuova corsa agli armamenti ed esortando Washington ad aderire a una moratoria sul dispiegamento di missili a corto e medio raggio in Europa.
“L’operazione militare speciale della Russia contro l’Ucraina prosegue fino a che non saranno raggiunti gli obiettivi”, vale a dire “la demilitarizzazione e la denazificazione del Paese”, ha affermato il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, ribadendo che Mosca non intende occupare il Paese. La Russia, ha affermato inoltre contro ogni evidenza, non lancia attacchi contro le città. L’unica cosa che vuole è annientare le infrastrutture della difesa. Quindi non c’è nessuna minaccia per i civili, ha anche aggiunto, tornando a ripetere la posizione di Mosca, secondo cui l’operazione è iniziata quando Putin ha deciso di rispondere agli appelli dei leader delle Repubbliche di Donetsk e Luhansk.