(Adnkronos) – “Lo sport ritengo abbia fatto i passi giusti nei tempi giusti. Il Cio è stato particolarmente chiaro e molto tempestivo. Anticipando anche decisioni e valutazioni di tanti governi che erano sulla via di definizione di soluzioni ed hanno condiviso in pieno quello che il Cio ha voluto fare”. Così il presidente del Coni e membro del Cio Giovanni Malagò, parla in un’intervista all’Adnkronos, delle decisioni prese dal Comitato Olimpici internazionale nei confronti di Russia e Blielorussia dopo l’attacco militare all’Ucraina.
La Russia ha interrotto la tregua Olimpica attaccato l’Ucraina dopo i Giochi di Pechino 2020 ma prima delle Paralimpiadi. “Un fatto voluto? C’è chi scrive che c’era un patto sotterraneo di aspettare la fine delle Olimpiadi di Pechino, ma non parlo mai per cose di cui non ho certezza. Non mi sento di escluderlo, però devo dire che avendo sentito a più riprese i miei colleghi del mondo paralimpico, c’è una notevole disinformazione sull’argomento. La tregua Olimpica vale fino ad una settimana successiva alla chiusura delle Paralimpiadi. Quindi se uno ha sensibilità nei confronti del nostro mondo, la dovrebbe avere ancora di più nei confronti di chi nella vita ha avuto meno fortuna e che, senza offendere nessuno, per certi versi aspetta quel momento ancora di più di quanto lo aspetta un atleta normodotato. L’Olimpiade è la più grande e importante manifestazione sportiva del mondo, ma è sicuro che uno che gioca a tennis, pallacanestro, basket e pallavolo qualche altra occasione ce l’ha, mentre nel mondo paralimpico quello è veramente il tutto, e credo sia una incredibile mancanza di sensibilità da parte di chi ha ordinato di fare la guerra”, ha aggiunto Malagò.
Nel 1980 gli Stati Uniti boicottarono le Olimpiadi di Mosca in seguito all’attacco dell’Afganistan da parte della Russia, mentre l’Italia partecipò come neutrale. “Sarebbe successo lo stesso se fosse scoppiata la guerra prima dei Giochi? Forse anche qualcosa di più. Ci sono due considerazioni da fare: il fatto che l’Afghanistan lo si vedeva come un fatto più lontano e la copertura mediatica è differente, ti fa vivere la guerra 24 ore su 24. C’è un’era geologica tra il 1980 e il 2022”, ha detto Malagò.