(Adnkronos) – Sulla fissazione di un price cap per il gas “ci sono resistenze perché non facciamo le stesse previsioni su quello che succederebbe dopo la fissazione di un tetto”. Lo ha spiegato il premier Mario Draghi in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. “Da parte di alcune società c’è paura che il tetto generi reazioni nel fornitore russo. Poi la realtà è molto complicata: le società del nord forniscono il gas norvegese e i profitti del governo della Norvegia sono stati di 150 miliardi di dollari in questi ultimi mesi. Questo dimostra l’entità straordinaria dei profitti” nonché “la resistenza al price cap che finirebbe per diminuire ma non certo annullare quei profitti”.
“Il gas liquido si può comprare ovunque, quindi uno non è agganciato alla produzione russa, mentre il gas viene con i tubi. L’idea di mettere un tetto ai prezzi segue lo stesso ragionamento dall’altra parte. Si può mettere perché il fornitore ha solo un cliente, quello che sta dall’altra parte del tubo, cioè l’Europa, che per inciso è il più grosso acquirente di gas naturale del mondo quindi ha un forte potere di mercato. Per questo la presidente von der Leyen ha proposto la possibilità di acquisti congiunti che vengono coordinati dalla Commissione europea”.
RIGASSIFICATORI – “Gli Stati Uniti hanno promesso di aiutare l’Europa, le sanzioni colpiscono molto più l’Europa che gli Stati Uniti, dunque” Biden “ha dato disponibilità ad aiutare l’Europa”. I 15 miliardi di metri cubi di gas liquido degli States “vedremo come verranno distribuiti, ma in proporzione che non creeranno disaccordo. L’importante è vedere se noi disponiamo dei rigassificatori. Ne abbiamo 3: uno molto grande, due piccoli, il ministro Cingolani ha dato disposizioni alla Snam di acquistarne altri due, navi galleggianti, non su terreno. Noi contiamo di essere in grado di assorbire la nostra quota”.
GAS IN RUBLI? VIOLAZIONE CONTRATTUALE – “Confermo che” la richiesta russa sul pagamento in rubli di gas “viene considerata una violazione dei contratti esistenti, che specificano che il pagamento debba essere in euro o in dollari. Ora la Commissione vedrà gli aspetti legali. Non ci aspettiamo comunque una riduzione delle forniture” da parte di Mosca. “A riprova di come la Russia usi il suo potere di mercato, che dovremmo usare noi che siamo il maggior acquirente – nota Draghi- sta nel fatto che ha imposto il pagamento in rubli per Gazprom, che esporta gas coi tubi, ma non per la società che produce gas liquido, perché il gas liquido si può comprare ovunque”.