Sono già oltre 11 mila i profughi ucraini che, dallo scoppio della Guerra, in poche settimane sono arrivati nel Lazio. Un’ondata, un’emergenza, rispetto alla quale le risorse, istituzionali, umanitarie e personali si sono schierate in modo univoco e sostanziale.
Nella Regione sono state rilasciate 11mila le tessere per straniero temporaneamente presente e tutti i profughi hanno effettuato tampone e vaccino. Nella notte, a Fiumicino sono atterrati gli ultimi sei bambini per un totale di 100 ucraini con necessità mediche importanti, perlopiù minori, portati in Italia dai voli umanitari della Guardia di Finanza, e seguiti dal Servizio Sanitario come indicato dall’assessore Alessio D’Amato.
Dal Sant’Eugenio al Bambino Gesù e l’Umberto I, sono diverse gli ospedali coinvolti. Numerosi i municipi capitolini e le amministrazioni interessate all’accoglienza. A Spinaceto il centro più copioso. Il IX Municipio ospita oltre 400 profughi in fuga dalla guerra in Ucraina su un totale di circa 1.200. Un impegno quello capitolino, non indifferente ma non l’unico. Oltre seicento i profughi ucraini, arrivati e accolti anche a Latina: rifugiati registrati dalla Asl, il cui direttore generale Silvia Cavalli ha ipotizzato in sostanziale crescita, nel breve, stando alla media di 40 accessi giornalieri nei tre centri di Latina, Formia e Terracina.
Per tutti, dopo un tampone e un’ampia anamnesi, viene verificato lo stato di salute, disposti interventi integrati, assegnato il medico di base o il pediatra e predisposte le vaccinazioni necessarie. Il massimo livello dell’accoglienza possibile, corroborato da un quotidiano confronto con Prefettura e Questura grazie e tavoli permanenti.