(Adnkronos) – Il Consiglio Ue ha dato via libera al quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina, decise in coordinamento con gli Usa. Le misure, annunciate da Ursula von der Leyen venerdì scorso e approvate tra ieri e oggi, includono il divieto di ogni transazione con alcune imprese statali russe operanti in diversi settori, essenzialmente il complesso militare-industriale del Cremlino; il divieto di importare alcuni prodotti siderurgici, cosa che dovrebbe costare alla Russia 3,3 mld di euro di ricavi; il divieto di esportare beni di lusso in Russia dall’Ue, come auto di lusso e gioielli “per colpire direttamente le élite russe” viene allungata la lista delle persone e delle entità sanzionate; viene infine vietato alle agenzie di rating attive nell’Ue di dare rating alla Russia come emittente e alle società russe, cosa che ostacolerà ulteriormente l’accesso di Mosca ai mercati finanziari.
Roman Abramovich è “un oligarca russo che ha lunghi e stretti legami con Vladimir Putin”. Così il miliardario russo proprietario del Chelsea viene definito nel testo legale dell’Unione europea contenente l’ultimo pacchetto di sanzioni, che verrà pubblicato oggi. Secondo quanto si legge nel testo anticipato dai media britannici, Abramovich “ha avuto un accesso privilegiato al presidente e ha mantenuto con lui ottime relazioni. Questo rapporto con il leader russo gli ha consentito di mantenere la sua considerevole ricchezza. E’ uno dei principali azionisti del gruppo dell’acciaio Evraz, che è una delle più grandi aziende russe”.
L’Ue e il Wto hanno inoltre concordato di negare ai prodotti e servizi russi l’applicazione della clausola della nazione più favorita sui mercati dell’Unione. Lo comunica la Commissione Europea. La most-favored-nation clause è un principio del diritto internazionale, in base al quale gli Stati aderenti ad un trattato si impegnano a concedersi reciprocamente il trattamento più vantaggioso che abbiano concesso, in questo caso in campo commerciale, ad altri Stati. Questo provvedimento sospende i benefici di cui la Russia gode come membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.