Posti letto per chi scappa dalla guerra, beni di prima necessità, farmaci, missioni di pace, cortei, gesti di solidarietà. Roma e tutta la Regione Lazio rispondono presente al generale percorso di sostegno verso la popolazione ucraina, investita dalla tragedia di un conflitto agghiacciante.
La Capitale e la Regione pronte a gestire il numeroso flusso di profughi che stanno fuggendo dalle bombe. Ci sarebbe l’ok per un protocollo tra il Campidoglio e Federalberghi raccogliere le disponibilità delle strutture. A pagare sarà proprio Roma. Un primo aiuto concreto, voluto dalla task force di Gualtieri, in scia ai tanti supporti che tanti privati cittadini stanno fornendo agli ucraini giunti all’Urbe in pullman nei giorni scorsi.
A coordinare l’accoglienza, la prefettura, in un tavolo condiviso col consolato ucraino, la protezione civile, i sindacati e varie associazioni. Tanti gli snodi: dall’assistenza sanitaria alle iscrizioni scolastiche, passando alle forniture mediche. Farmaci, kit chirurgici e di primo intervento. La Regione Lazio e la croce rossa italiana hanno inviato aiuto sanitari “al confine con la Polonia”, come ha spiegato l’assessore alla Sanità D’Amato, grazie all’ospedale Sant’Eugenio di Roma.
Antibiotici, antipiretici, sedativi, latte per bambini, tutto ciò che è di prima necessità in tempo di guerra. “Sforzi importante anche per la vaccinazione contro il covid anche per il rilascio del codice STP per l’accesso ai servizi sanitari. Non mancano le azioni di protesta civile, nella capitale come altrove. Oltre 2 mila persone hanno sfilato ad Aprilia in una marcia silenziosa della pace, organizzata dalla Diocesi di Albano. Una folla di cittadini di diverse confessioni religiose per chiedere lo stop alla guerra. Gesti simbolici come la scelta, sulla metro A di Roma, di tinteggiare i convogli con i colori gialloblu, tipici della bandiera dell’Ucraina e la scritta PACE, in italiano e ucraino”.
Ci sono poi i singoli cittadini: come Alina e Slavik, proprietari di una catena di negozi che da Montesacro a Subaugusta vendono prodotti tipici ucraini. Le famiglie rimaste lì, sotto l’assedio. Esempi di una comunità, quella degli ucraini a Roma fatta di 20mila persone, tutta col fiato sospeso, che ha riscontrato però la forte solidarietà dei capitolini. Tanti pacchi alimentari portati dai cittadini generosi. “La risposta che abbiamo avuto dai romani è straordinaria”, dicono. E a Montesacro, alta anche la mobilitazione delle famiglie solidali pronte a accogliere donne e minori in fuga dalla guerra.