Guerra alla cannabis, la Lega non frena

Ancora un nuovo fronte di contestazione e di bagarre politica e mediatica per la Lega di Salvini che decide di dare battaglia alla cannabis e di farne un ulteriore elemento portante del proprio progetto di affiliazione politica e popolare. Guerra alla cannabis, e Salvini in prima linea come era presumibile aspettarsi, dunque.

Guerra alla cannabis, la Lega non frena. Salvini invoca rigore e si scontra con la ministra Grillo

La battaglia, non solo dialettica, è appena iniziata. Il vice premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha dichiarato, alla fine degli appuntamenti al Viminale con le comunità terapeutiche del settore delle tossicodipendenze che “fin dalla di oggi, darò indicazione a tutti i responsabili della pubblica sicurezza delle forze dell’ordine di andare a controllare uno per uno con l’obiettivo di chiuderli tutti i presunti negozi turistici di cannabis, che per quanto mi riguarda vanno sigillati perché sono un incentivo all’uso e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ce ne sono più di mille al di fuori di ogni regola e di ogni controllo”. E non è tutta, perchè è guerra senza quartiere. “Identico approccio avrò per tutte le iniziative di feste della cannabis in giro per l’Italia.”, ha proseguito, chiarendo che “l’ultimo scempio è avvenuto nella mia Milano, so che ci sono iniziative in programma a Pisa e a Torino. Chiederò che siano vietate tutte. Lo Stato spacciatore non è lo Stato di cui faccio il ministro”. Eppure, come su molti altri fronti, in seno al governo non la pensano tutti come lui. La ministra della Salute Giulia Grillo, ha detto che “nei canapa shop non si vende droga e non bisogna dare informazioni sbagliate. Non c’è alcuna liberalizzazione. Sono negozi che vendono prodotti di canapa con concentrazione di Thc che non hanno effetti stupefacenti, come emerso anche dai controlli effettuati dai Nas”.  Per poi aggiungere: “Se poi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per caso è in possesso di informazioni che io non ho, come è pure possibile allora bisognerà fare altri tipi di considerazioni”.