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Gualtieri presenta il Piano nazionale di Riforma. Tra le novità no al condono ed incentivi per auto elettriche

È assolutamente necessario evitare che la crisi pandemica, inserendosi su un contesto di scarso dinamismo economico del Paese, nonché di complessi cambiamenti geopolitici a livello mondiale, sia seguita da una fase di depressione economica. Non vi è tempo da perdere, e le notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo devono essere utilizzate al meglio”.

Dopo che l’hanno denunciato i ‘cattivi’ di Confindustria, quelli di Confcommercio, l’ha ribadito prima la Cgia di Mestre, e l’Istat di questa immensa crisi economica – al momento contrastata solo a ‘chiacchiere’ – ne ha capillarmente descritto le ‘diverse criticità’, malgrado l’ottimismo di Conte (che proprio ieri ha annunciato con i soliti termini roboanti l’arrivo del dl Semplificazioni: “La madre di tutte le riforme”), oggi il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri ‘ci ha ricordato’ – a noi! – che, per l’appunto, “Crisi devastante, non c’è tempo da perdere”.

Ecco il Piano (l’ennesimo) Nazionale di Riforma

Ed ha ragione proprio perché, alla luce di tutti i provvedimenti ‘enfaticamente’ annunciati, qui se dall’Europa non arrivano i denari, considerando il dramma che potrebbe seguire allo sblocco del divieto di licenziare, siamo praticamente rovinati!

In realtà tutto ciò Gualtieri l’ha sottolineato attraverso la premessa che accompagna la bozza del ‘Piano Nazionale di Riforma’ – che sarà poi ‘spedito’ a Bruxelles nell’ambito delle procedure relative al ‘Recovery Fund’ – dove, tanto per cambiare, spiega come ”L’epidemia causata dal nuovo Coronavirus (Covid-19) ha cambiato in modo repentino e drammatico la vita degli italiani e le prospettive economiche del Paese”.  Quindi, ha poi aggiunto il responsabile dell’Economia, ”Nelle ultime settimane le misure di controllo dell’epidemia hanno prodotto una significativa riduzione del numero di nuovi contagi e di ricoveri in terapia intensiva. Sebbene il tributo pagato giornalmente in termini di vite umane resti rilevante e doloroso, dai primi di maggio è stato possibile dare il via ad una graduale riapertura delle attività produttive e in giugno anche la libertà di movimento dei cittadini fra Regioni è stata ripristinata“. Del resto, ha ribadito il ministro,”Durante la fase più acuta della crisi, il Governo è intervenuto con misure di grande ampiezza e portata economico-finanziaria onde contrastare i devastanti effetti economici dell’epidemia COVID-19 e limitare al massimo i danni per il tessuto sociale ed economico. Di particolare rilevanza sono stati gli interventi a favore di lavoratori, famiglie, imprese e settori più impattati, nonché di rafforzamento del Sistema Sanitario nazionale e della protezione civile, attuati tramite i decreti Cura Italia, Liquidità e Rilancio”.

Quindi il titolare dell’Economia ha elencato una serie di temi rispetto ai quali il governo sta cercando soluzioni idonee, attraverso specifiche misure.

Riforme – Allora, per cominciare, spiega il ministro, ”Bisogna fornire alle famiglie e alle imprese tutto il sostegno necessario per una ripartenza sostenibile nel tempo e da un punto di vista sociale e ambientale, sospingendo gli investimenti produttivi e attuando riforme da lungo tempo attese”.

Salario Minimo – Con al centro l’altalenante situazione del ‘dumping contrattuale’, la bozza del Pnr ‘rispolvera’ l’eventuale ‘garanzia’ del salario minimo, “quale strumento di sostegno del potere d’acquisto dei salari e vettore di protezione e rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale nei settori più deboli e a basso tasso di sindacalizzazione nei quali strutturalmente non opera la contrattazione di secondo livello”.

Osservatorio Lavoro – Con il solito ‘accordino’ con i sindacati (che presenteranno la riforma della rappresentanza), parti sociali in primo piano, sottolineando l’accordo firmato nel settembre scorso (la Convenzione sulla Rappresentanza tra l’Inps, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e le Parti sociali), si implementa il Testo Unico sulla Rappresentanza, siglato nel 2014 e modificato nel 2017. E dunque, altro termine ‘roboante’, il Pnr annuncia che l’azione di monitoraggio del mercato del lavoro sarà rappresentato dall’istituzione de “l’osservatorio nazionale del mercato del lavoro”. Inoltre, istituzioni e parti sociali troverai un punto d’incontro rispetto al mantenimento della sicurezza sui luoghi di lavoro, dove, si legge, “rientra la realizzazione di un piano straordinario per dare completa attuazione e aggiornare il Testo Unico per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro specialmente nella fase di riapertura post pandemia”.

Centri per l’Impiego – Il lavoro latita, la disoccupazione continua ad avanzare minacciosa, ed eccoli – ancor più potenziati – i centri per l’impiego (Cpi), per far sì che- finalmente – quanti ‘aiutati’ dal Rdc finiscano al centro dell’inclusione: “L’attuazione del piano straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro (Cpi), costituisce una priorità politica del Programma di Governo e si sostanzia in un piano di investimenti per la riqualificazione della rete di servizi per il lavoro e dei servizi sociali. Si apre, infatti, la seconda fase di investimento in politiche attive prevista dal decreto che istituisce il RdC, per realizzare l’obiettivo più volte condiviso dall’Unione Europea di inclusione attiva e benessere collettivo, in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali“.

Resterà invece invariata “la sperimentazione avviata sull’assegno individuale di ricollocazione come misura di politica attiva del lavoro erogata sul territorio tramite la rete pubblica-privata dei servizi per il lavoro”.

Riforma del Fisco – “Il contrasto all’evasione fiscale, la revisione delle imposte ambientali e l’abolizione dei sussidi ambientalmente dannosi, unitamente ad una riforma del sistema fiscale improntata all’efficienza, all’equità e alla progressività, nonché ad una revisione e riqualificazione della spesa pubblica, saranno i pilastri della strategia di miglioramento dei saldi di bilancio e di riduzione del rapporto debito/pil nel prossimo decennio – scrive Gualtieri – Tanto maggiore sarà la credibilità della strategia di rilancio della crescita potenziale e di miglioramento strutturale del bilancio, tanto minore sarà il livello dei rendimenti sui titoli di Stato e lo sforzo complessivo che il Paese dovrà sostenere nel corso degli anni”.

La Lotta all’Evasione Fiscale – La bozza detta che “Il contrasto all’evasione fiscale sarà perseguito continuando il rafforzamento delle agenzie fiscali e investendo ulteriormente in tecnologia e big data. L’utilizzo dei pagamenti digitali verrà promosso e incentivato”. E dunque, ”L’Italia rafforzerà la propria iniziativa di contrasto all’erosione delle basi imponibili nelle opportune sedi internazionali ed europee. Da una più equa imposizione sui giganti del web e dal contrasto dell’elusione fiscale attualmente consentita dai regimi impositivi di alcuni Paesi Ue potrà derivare un miglioramento del gettito che sarà utilizzato per ridurre la pressione fiscale e il rapporto fra debito pubblico e pil”.

Nuovi Condoni – Un piano riforme che, da quanto si afferma nella Bozza di Pnr, vede da subito  Aggredire e ridurre il tax gap“. Questo perché “la determinazione a non prevedere nuovi condoni che, generando aspettative circa la loro reiterazione, riducono l’efficacia della riscossione delle imposte”. L’intenzione, spiega ancora Gualtieri, “Migliorare la qualità dei controlli effettuati dall’Amministrazione finanziaria e di rafforzare l’efficacia della riscossione“. Ecco arrivare quindi “un forte impulso alle attività orientate a favorire la compliance volontaria dei contribuenti e a prevenire gli inadempimenti tributari”. Punto fermo, in tema di fiscalità, la spinta ad un “maggiore utilizzo dei pagamenti elettronici, non solo nell’ottica di favorire la digitalizzazione dei processi aziendali e la razionalizzazione degli adempimenti degli operatori Iva, ma anche prevedendo modalità semplificate per la fruizione di agevolazioni o incentivi fiscali”.

Edilizia per il rilancio – Tema centrale in qualsiasi paese economicamente attivo, ”L’edilizia è un altro settore su cui puntare per il rilancio dell’economia, pur rafforzando le politiche di contrasto all’abusivismo edilizio e al consumo del suolo. Si è già detto degli incentivi alle ristrutturazioni in chiave energetica ed antisismica e del ‘bonus facciate’. La valorizzazione del patrimonio immobiliare della Pubblica Amministrazione potrà giocare, in connessione con la graduale ripresa del settore, un importante ruolo propulsivo per il settore delle costruzioni, incrementandone la produzione e l’occupazione e, quindi, la crescita complessiva dell’economia”. Quindi, spiega la bozza, “anche gli edifici utilizzati dallo Stato Centrale saranno oggetto di un ampio piano di efficientemente energetico oltre che di revisione da un punto di vista sismico, contribuendo al riavvio del settore edile. La valorizzazione delle aree e degli edifici sottoutilizzati o abbandonati e l’utilizzo più efficiente degli spazi lavorativi potranno, nel quadro di un’attenta pianificazione e dei corretti incentivi, dare luogo a progetti di sviluppo sociale locale e alla liberazione di risorse per investimenti nel rispetto dell’equilibrio finanziario”.

Spending Review – L’intenzione è quella di “riallocare ed efficientare la spesa anche alla luce dei guadagni di produttività realizzabili attraverso la digitalizzazione e lo snellimento delle procedure burocratiche”, ragion per cui l’attuale esecutivo ha pensato bene di puntare su “una nuova fase della spending review”

Semplificazioni– Ed ancora, “il Governo è al lavoro su un quarto provvedimento in materia economica, volto a semplificare le procedure amministrative e la pianificazione e autorizzazione dei lavori pubblici. La finalità principale sarà quella di rimuovere gli ostacoli che negli ultimi anni hanno rallentato non solo gli appalti e gli investimenti pubblici, ma anche, più in generale, la crescita dell’economia”.

Next Generation Eu – Come scrive ancora Gualtieri, ”Il Pnr traccia le linee essenziali del Programma di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) che il Governo metterà a punto alla luce della Comunicazione della Commissione Europea del 27 maggio per la creazione di un nuovo Strumento Europeo per la Ripresa (Next Generation EU), che sarà auspicabilmente quanto prima approvato dal Consiglio Europeo. Lo Strumento Europeo per la Ripresa è un’iniziativa per cui il Governo si è fortemente battuto. Esso rappresenta un grande passo in avanti per l’Europa e l’occasione per il nostro Paese per rilanciare gli investimenti e attuare riforme che ne amplifichino gli effetti all’interno di un disegno di crescita e transizione verso un’economia più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Alla costruzione di questo progetto – si legge nella bozza – il Governo dedicherà nei prossimi mesi tutte le energie disponibili, facendo tesoro dell’ampia consultazione con le componenti economiche, sociali e culturali del Paese svoltasi con i recenti Stati Generali”. Dunque, rispetto all’arrivo degli agognati fondi Ue c’è ancora tanto da attendere…

Fibra Ottica nelle Scuole – Basta col sentirci l’Africa dell’Europa’! Finalmente, così come nei paesi più ‘avanzati’ europei, entro 2 anni anche da noi, nelle scuole statali (sia superiori che medie),  arriverà finalmente la fibra ottica a 1 Gbps, così da consentire ‘forse’ agli studenti l’opportunità agli studenti di poter servirsi della teledidattica, salvano così milioni di alberi continuando a produrre ‘ingombranti’ e costosi libri scolastici.

Come spiega infatti la bozza “è previsto per le scuole primarie e quelle dell’infanzia ricadenti nelle cosiddette ‘aree bianche’. La connettività sarà gratuita per 5 anni (pensate un po’), e sarà inclusa la manutenzione delle reti. Sono previsti inoltre voucher per le famiglie che saranno di due tipologie in base – tanto per cambiare – alla fascia di reddito di appartenenza: è previsto infatti un contributo massimo di 200 euro per connessioni veloci per le famiglie con Isee sopra i 20.000 euro e un contributo massimo di 500 euro per connessioni veloci e per l’acquisto di tablet e pc per le famiglie con Isee sotto i 20.000 euro”.

Carburanti – Sulle cosiddette accise (che rappresentano circa il 74% del prezzo per litro delle verde), non c’è ovviamente nemmeno una riga però, si legge che “La rete distributiva italiana è sovradimensionata e inefficiente, soprattutto se posta in comparazione con quelli dei principali Paesi europei con popolazione comparabile a quella italiana. Un ulteriore indicatore della maggiore arretratezza della rete distributiva italiana rispetto a quella degli altri Paesi europei è rappresentato dalla minore diffusione di apparecchi self-service per l’erogazione dei carburanti. A fronte di queste debolezze rimane prioritario l’obiettivo di una razionalizzazione e ammodernamento delle reti di distribuzione, come più volte segnalato anche dall’Autorità per la Concorrenza”.

Metano, GPL e IbrideLe alternative ‘verdi’, ed economiche, sono state invece indegnamente ignorate dal governo, che mira piuttosto ad ‘inguaiarci’ sempre più con le rate – le banche ringraziano – per l’acquisto di un’auto nuova elettrica od ibrida. Si parla di nuove stazioni di rifornimento quando, scendendo al Sud, Gpl e Metano sono praticamente introvabili…

Max