Grillo: ” Italia e Grecia fuori dall’ euro” di Manuel Csale
“Italia e Grecia fuori dall’euro”. Beppe Grillo torna alla carica con il suo vecchio cavallo di battaglia e prendendo spunto “proprio dalla vicenda greca”, ribadisce che c’è la “conferma dell’opportunità di una uscita dall’euro da parte dell’Italia”, bocciando il leader di Syriza. Il leader M5S, critica i media parlando di vero e proprio “terrorismo mediatico”, “quale occasione migliore per i media di regime nostrani – scrive riferendosi alla cronaca italiana di quanto sta avvenendo in Grecia – per alimentare il terrorismo ’a la matriciana’ contro una uscita dell’Italia dall’euro”.Grillo non risparmia, parole dure neanche per Alexis Tsipras: “Come può pensare – chiede – di risollevare il suo Paese rimanendo nell’euro? Come pensa di fare gli interessi del suo Paese senza ridargli la sovranità monetaria? La Grecia deve rimborsare agli investitori privati 15 miliardi di euro di debito nel 2015. Tsipras si avvia a vincere le elezioni sulla promessa di ripudiare il debito e l’austerity, ma senza uscire dall’euro. Un controsenso, anzi un suicidio”, secondo Grillo. “Ripudiare il debito senza uscire vuol dire inasprire le relazioni con i partner europei senza avere voce in capitolo e soprattutto senza acquisire strumenti monetari di gestione attiva della crisi. L’uscita dall’euro non è fine a se stessa – rimarca Grillo -, ma a un riacquisto di sovranità monetaria essenziale per rilanciare l’economia. Per questo i timori di fuga di capitali o la mancata liquidità da parte della Bce alle nostre banche in caso di uscita sono mal posti”. E, insiste Grillo, l’uscita dell’Italia dall’euro dovrà essere accompagnata da tre misure essenziali a prevenire un eventuale disordine sui mercati: “1. Abolizione del ’divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro. 2. Introduzione di vincoli di portafoglio che definiscano un ammontare minimo di titoli di Stato detenuti dalle nostre banche. 3. Restrizioni all’uscita di capitali dal Paese”. Insomma, conclude il leader M5s, “uscita dall’euro e ristrutturazione del debito, non c’è altra strada”.