Un incontro a pranzo per poter continuare a far fronte comune e rafforzare l´unitá interna. É andato in scena tra Grillo e Di Maio un meeting volto a rilanciare il M5s. Il capo politico, a sintesi dei temi di cui hanno parlato, é stato netto circa l´unitá di intenti interna.
Tra i temi trattati c´é stata la deroga al ‘’secondo mandato per i consiglieri comunali”.
Il colloquio tra il leader storico dei grillini e il nuovo leader, peraltro confermato di recente al comando dal voto da lui stesso rischiesto alla base tramite la piattaforma Rousseau, rappresenta senza alcun dubbio il primo tassello di quella riorganizzazione del Movimento di cui Luigi Di Maio ha parlato piú volte in questo periodo.
Una nuova fase che ha il placet del fondatore: del resto dopo la batosta alle europee e i risultati poco positivi alle amministrative era necessaria un´azione chiara e netta da parte del movimento. E lo é stata, appunto, quella del colloquio tra i due leader.
Oltre all´incontro con Beppe Grillo, il leader del Movimento Cinque Stelle ha incontrato i consiglieri comunali: da qui la decisione di derogare, solo per loro, alla regola pentastellata che prevede di non superare mai due mandati consecutivi.
“Ci siamo incontrati con circa cento consiglieri comunali, municipali e di circoscrizione del M5S, uno per ogni provincia in rappresentanza di tutti gli altri. Abbiamo discusso della regola dei due mandati per i consiglieri comunali, municipali e di circoscrizione e siamo tutti d’accordo sul fatto che si può superare. Solo per loro, non per i consiglieri regionali e non per i parlamentari nazionali ed europei”.
Queste le parole su facebook di Di Maio. Chissá cosa ne pensano i fuorisciti del movimento che, nei mesi o anni passati, vincolati a questa norma, non hanno potuto beneficiare di deroghe.
Quanto all´incontro con Grillo, come si evince dalle parti in causa, il fulcro é stato appunto la riorganizzazione. Ma c´é chi ha anche parlato di discussioni relative alla possibilitá di studiare rimedi in caso di urgenza di rimpasto di governo o di rinuncia ad alcuni ministri targati M5s.