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Gregoretti, come previsto: prima le regionali, poi il voto

Poco fa, parlando dal palco di San Lazzaro di Savena (Bo), nell’ambito del tour elettorale in Emilia, commentando la vicenda Gregoretti Matteo Salvini ha tenuto a sottolineare di “aver chiesto di andare a processo perché voglio andarci a testa alta, a difendere l’onore, i confini e la sicurezza del mio Paese. Sono convinto di aver fatto solo il mio dovere, niente di eroico“.

Ora se ne parla a febbraio… dopo le regionali…

Tuttavia negli stessi minuti, come volevasi dimostrare, la maggioranza della Giunta per autorizzazioni del Senato, rappresentata da 12 membri, ha disertato la riunione fissata per le 17 sulla vicenda Gregoretti. Attraverso una nota, i capigruppo ed i componenti della Giunta delle immunità della maggioranza, hanno reso noto che “Non ci presenteremo in Giunta in quanto la convocazione di oggi è frutto di gravi forzature sia del presidente Gasparri che della presidente Casellati. Non ci presenteremo anche perché non sono state accolte le richieste di approfondimenti istruttori avanzate in Giunta. Siamo contrari all’utilizzo strumentale che il centrodestra sta cercando di fare delle istituzioni“.
Il sospetto ovviamente è che questa ‘annunciata’ assenza, che fa slittare la prossima riunione a metà febbraio, sia ‘perfetta’ per attendere l’esito delle regionali e, in caso di una debacle della maggioranza – ipotesi possibile – dare poi ‘la spallata’ finale (ma anche questo è tutto da vedere), al ‘nemico giurato’, che in quel caso avrebbe davanti a se ‘un’autostrada’ per andare a vincere le elezioni.
Nel frattempo però, continua la campagna elettorale della Maggioranza… che, come ‘il bue che dice cornuto all’asino’, attacca Salvini, reo di fare campagna elettorale cavalcando la vicenda Gregoretti.

Il coro unanime: abbiamo disertato… colpa di Salvini!

Dunque, nello specifico, il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci, ha motivato questa assenza spiegando che “Noi abbiamo deciso di non partecipare a questa Giunta perché la riunione di oggi è illegittima, dopo che si era stabilito che i 30 giorni erano perentori, non ci doveva essere alcuna deroga, e la Giunta oggi non ci doveva essere. Gasparri non è stato disponibile a dare il materiale necessario per mettere i membri della Giunta in grado di deliberare – ha aggiunto Marcucci – questa è una cosa seria e non è una pagliacciata, come qualcuno la vorrebbe trasformare”.
Dal canto suo il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Gianluca Perilli, ha affermato: “Noi vogliamo tutelare le prerogative della Giunta, che è un organo importante. Siamo coesi e ci aspettiamo nella Giunta una memoria di Salvini che dica ora che vuole essere processato”.
Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva al Senato, commenta invece la scelta di disertare in quanto “Salvini è interessato solo alla campagna elettorale, non gli permetteremo di fare il Gabriele Paolini della situazione, a giocare a fare l’eroe”.
La senatrice del gruppo Misto, Loredana De Petris, insiste sul concetto: “Se Salvini ha trovato il coraggio, se vuole il processo, allora la parola finale spetterà all’Aula, la dice l’Aula, vedremo se chiederà ai suoi di essere processato. Noi vogliamo mettere al riparo la Giunta, che deve essere preservata. E’ inaccettabile piegare le istituzioni a uso strumentale ed elettoralistico come vogliono fare la Lega e la destra”.
‘Interessante’ infine la dichiarazione di Di Maio che tiene a precisare che sulla Gregoretti “Salvini sa che bloccarla fu scelta sua”. Insomma sia lui che Conte in quei giorni avevano ‘altro’ da pensare, o la cosa non gli interessava più di tanto oppure, tale era ‘il potere’ di Salvini, da non poter essere minimamente contrastato dai due!
Max