Con il green pass obbligatorio, la terza dose di vaccino covid è inevitabile. E’ la strada che indica il professor Andrea Crisanti. “Una volta introdotto il Green pass la terza dose di vaccino anti-Covid diventa una conseguenza logica. Se infatti dopo un certo lasso di tempo con la doppia dose non sei più protetto, come emerge dai dati, le due cose dovrebbero andare di pari passo: se fai il Green pass devi fare pure la terza dose. Non ha senso fare uno senza l’altra”, dice all’Adnkronos Salute. Una scelta obbligata? “Penso che ormai il Governo si sia infilato in un vicolo cieco”.
L’esperto, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, commenta i dati di Israele, che mostrano un calo dei casi gravi e dei contagi con la terza dose negli over 60. Serve dunque un richiamo per tutti, a giudicare da queste evidenze? “Mi piacerebbe vederli un po’ più consolidati questi dati di Israele – puntualizza Crisanti – Nel giro di massimo un mese li avremo, e saremo tutti più tranquilli sulla terza dose. Ma, in ogni caso, sta nella logica del Green pass”.
In Italia, l’applicazione del green pass obbligatorio – anche per i lavoratori dal 15 ottobre – si abbina ai tamponi che verranno offerti a prezzo calmierato. Secondo il segretario della Cgil Maurizio Landini, i tamponi non dovrebbero essere pagati dai lavoratori non vaccinati perché – sostiene – è come dire che una persona deve pagare per lavorare. “Pagare per lavorare? Perché, non si paga l’autobus per andare al lavoro?”, è il commento di Crisanti.
“Però non chiamiamoli evasori vaccinali. Prima di tutto perché chi non fa il vaccino non lo è, semplicemente perché non c’è nessuna disposizione che li obbliga”, fa notare. “Vanno tenute in considerazione le paure delle persone”, dice Crisanti, che possono nascere “anche grazie a una comunicazione fatta male. Penso che in Italia dovremmo tutti imparare a rispettare chi non è d’accordo. Anche se è un no vax. C’è sempre dietro un essere umano”.