Anche i sindacati virano verso il ‘sì’ all’obbligo di Green pass nelle aziende. Ad alcune condizioni: che sia un decreto ad introdurlo, che il costo dei tamponi non ricada sui lavoratori e che il mancato ottenimento della certificazione verde non sia motivo di licenziamento. Il passo in avanti compiuto a seguito di una riunione con Confindustria, dopo le resistenze delle ultime settimane.
L’obiettivo dell’incontro era quello di agevolare la ripresa economica, mettendo da parte i dissapori degli ultimi mesi. Dopo un mese di agosto bollente, con le parti in causa spesso in disaccordo sui temi caldi della ripresa, la giornata di ieri è stata importante per il ritorno al dialogo. Ora è solo questione di tempo: poche settimane e poi l’obbligo di Green pass nelle aziende sarà realtà.
Il leader di Confindustria Carlo Bonomi ha analizzato così l’incontro di ieri: “Ho sentito affermare che si vorrebbero utilizzare i tamponi per arrivare a licenziare: tutte falsità che non son neanche come commentare. E’ ovvio che come tutti i provvedimenti ci deve essere un percorso di accompagnamento e poi un percorso sanzionatorio, ma questo sarà opera del governo che farà delle scelte sentite le parti sociali”.
Ha poi aggiunto: “Nel caso si dovesse decidere per l’obbligatorietà del Green pass nei luoghi di lavoro, come noi auspichiamo, e le parti sociali trovassero un accordo su questo, io credo che ci possa essere da parte del governo un riconoscimento di questo passaggio, di questo possibile accordo tra noi e sindacati facendo un’operazione di utilità sociale e quindi facendosi carico del costo dei tamponi che sicuramente non può essere a carico delle imprese. Io credo che le imprese hanno già sostenuto dei costi di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e i contributi previsti dal governo per il rispetto dei protocolli sanitari sono stati diciamo infinitesimali rispetto a quello che sono stati i costi che abbiamo sostenuto. Quindi non si può chiedere all’imprese di sostenere un costo per delle scelte legittime dei lavoratori che non decidessero di non utilizzare altri sistemi previsti all’interno del Green Pass”. Conclude Bonomi.