“Da un punto di vista strettamente immunologico” sul prolungamento della durata del Green pass in Italia a 12 mesi “non si sta procedendo esattamente secondo i canoni della medicina personalizzata. Capisco che può essere difficile creare un Green pass ‘ritagliato’ sulle condizioni della singola persona, però non possiamo non tenere conto delle diverse storie individuali e dei livelli di immunità che sono stati raggiunti”. Ad affermarlo all’Adnkronos Salute è l’immunologo clinico e allergologo Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata.
“Un conto sono le persone che stanno affrontando una terapia oncologica o gli immunodepressi, per loro potrebbe esserci bisogno di un rinnovo del Green pass anche a 3-6 mesi, altro è chi ha avuto la malattia e magari si è anche vaccinato. Per questi ultimi la durata del Green pass potrebbe essere anche più di un anno”, osserva l’immunologo.
“Quindi la regola fissa che il certificato dura un anno o sei mesi, dal punto di vista dell’immunologia clinica non regge e tanto meno anche per la medicina personalizzata. Laddove possibile, visto che abbiamo lo strumento del monitoraggio degli anticorpi, utilizziamolo e mettiamolo magari come obbligatorio. Le Asl – suggerisce Minelli – potrebbero monitorare l’andamento del vaccino prima di decidere anche quando si dovrà fare la terza dose, ammesso che si dovrà fare per forza, e cominciamo a fare lo screening delle varie situazioni per valutare la durata degli anticorpi e capire quanto può durare il Green pass”.