“Dopo 15 giorni dalla prima dose di vaccino anti Covid si ottiene il green pass, che vale fino a quando si fa la seconda dose, a meno che non si faccia il vaccino Johnson & Johnson, che è monodose. A quel punto viene rinnovato e vale fino a 9 mesi. Quindi si è coperti dal green pass già dopo 2 settimane dalla prima dose”. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto a ‘Timeline’ su Sky Tg24, spiega come funziona il green pass covid in Italia. Il lascia passare nazionale, come è noto, viene rilasciato in caso di vaccinazione, di guarigione certificata e di tampone negativo.
“Il green pass verrà introdotto globalmente in Europa dal primo di luglio. I vari Paesi stanno tutti partendo. Noi siamo già partiti, in forma cartacea. Seguirà il documento informatico. Siamo piano piano pronti”, afferma. Sileri. Secondo il sottosegretario, “ci sono alcune cose che vanno superate e riviste anche a livello europeo. Un esempio: se io sono vaccinato e ho il green pass e in un aereo una persona in una fila dietro la mia si scopre positivo, oggi devo fare la quarantena. Ma questa cosa deve essere superata perché o ci fidiamo dei vaccini una volta per sempre o rimaniamo in una sorta di limbo”. Anche per i posti al ristorante “usiamo bene il green pass, dovremmo avere progressivamente una maggiore libertà di movimento”.
“In Italia il green pass c’è già. Con tre possibili formule: vaccinazione, tampone, avvenuta guarigione. Si tratta ora di modulare l’ingresso delle persone che arrivano in Italia. E alcune cose devono essere migliorate. Prima tra tutte considerare i nostri connazionali che hanno fatto un altro tipo di vaccino, come lo Sputnik”, spiega ancora. “Questo vaccino dovrebbe rientrare e riguarda anche i cittadini che provengono da San Marino. Come deve rientrare il caso delle persone, poche centinaia, che hanno fatto la sperimentazione Reithera: devono poter ricevere anche loro il green pass”. Sileri sottolinea, però, che si tratta dei scelte “che vanno fatte in accordo. In primo luogo seguendo le linee guida dell’Oms. E secondo rispetto a direttive che devono essere valide in tutta Europa”.