Mentre la gran parte delle città italiane, complici le ordinanze opportunamente firmate dai rispettivi sindaci, si apprestano ad affrontare la ‘calca natalizie’ con il ripristino di misure ed accorgimenti come l’obbligo della mascherina anche all’aperto, dal 6 dicembre entrerà in vigore anche il discusso ‘Super green pass’. Questo, come minimo, significherà l’intensificarsi dei controlli da parte delle forze dell’ordine.
Controlli, va detto, che in realtà anche in questi mesi non sono mancati, come evidenziano i carabinieri del Nas.
Dall’entrata in vigore, lo scorso 15 ottobre, dell’obbligo di green pass esteso a tutti lavoratori, i militi hanno ‘visitato’ oltre 12mila attività commerciali ed esercizi in tutto il Paese, evidenziando ben 778 violazioni all’obbligo del green pass. Du queste 428 sono state contestate ai datori di lavoro, ed ai titolari di attività (sottoposte all’obbligo della certificazione verde) come i bar, i ristoranti, palestre e centri estetici e di massaggio, o le sale scommesse.
Nello specifico, va detto che in molti casi sono stati sanzionati anche i clienti (350), e 68 a danno dei dipendenti.
Come spiegano i Nas, il 64% del totale delle multe emesse, hanno per lo più riguardato ristoranti, pizzerie e bar e, comlessivamente, il tutto si è tradotto in oltre 312 mila euro di sanzioni amministrative.
Inoltre, si legge ancora nel report, numerosi anche i provvedimenti di chiusura temporanea (da 1 a 5 giorni), di 25 attività.
Come dicevamo, i controlli hanno preso in esame ‘tutte’ le attività’ al pubblico dunque, tra queste, non sono mancate anche le farmacie, ed i laboratori di analisi (ben 1.200), monitorati soprattutto circa la corretta attuazione delle ‘disposizioni relative alle modalità di esecuzione dei testi rapidi e dei tamponi per la ricerca del Covid-19’.
Ed anche qui non certo mancate le ‘sorprese’, tanto è che diversi fra i 42 gestori sanzionati, hanno ricevuto anche denunce penali, come rivela l’agenzia di stampa AdnKronos, ’per aver condotto l’attività diagnostica in difformità alle norme e ai protocolli d’intesa, con locali non idonei o non autorizzati, l’omesso utilizzo di dispositivi di protezione individuale, l’applicazione di prezzi dei test superiori a quelli calmierati, nonché l’omessa alimentazione della banca dati sanitaria usata per la tracciatura dei contagi’.
Max