“Non possiamo avere un commercio libero ed aperto se alcuni Paesi sfruttano il sistema alle spese degli altri. Noi sosteniamo il libero commercio, ma deve essere giusto e reciproco. Alla fine un commercio non equo ci minaccia tutti”. E’ un Trump convinto e determinato quello che dal podio del ’World Economic Forum’ di Davos, elenca i frutti delle sue riforme: dai drastici tagli fiscali alle corporation, passando al boom di bonus dati ai dipendenti, finendo con “il taglio massiccio delle tasse, l’eliminazione di inutili regolamentazione e burocrazia”, che ha contribuito a creare “il momento migliore per fare affari in America. Abbiamo assistito alla resurrezione di un’America forte e prospera: non c’e’ stato momento migliore per investire, costruire e crescere negli Stati Uniti – ha aggiunto il Capo della Casa Bianca – Siamo di nuovo competitivi. Venite in America”, ha quindi poi urlato invitando i leader del mondo dell’economia e della finanza presenti al forum. “America first non significa America da sola”, ha quindi tenuto a puntualizzare, spiegando che la prosperità Usa contribuirà ad aumenterà i posti di lavoro in tutto il mondo. “Quando ho deciso di venire a Davos – ha affermato il presidente Usa – non ho pensato in termini di elite o globalisti. Ho pensato in termine di molte persone che vogliono investire molto denaro e che stanno tornando ad investire negli Stati Uniti. Abbiamo assistito alla resurrezione di un’America forte e prospera: non c’e’ stato momento migliore per investire, costruire e crescere negli Stati Uniti. Siamo di nuovo competitivi. Dopo che ho annunciato che venivo a Davos ci sono stati tutti quegli articoli sulle elite, i globalisti e gli aerei privati – ’bacchettando’ così indirettamente i media, i quali condannavano il paradosso di un presidente ’populista’ che particpa ai raduni delle elite – ma non c’entra niente, si tratta di invitare a venire in America, investire i vostri soldi, creare posti di lavoro. Quello che è successo è veramente speciale – ha nuovamente ribadito, ricordando ancora una volta le sue riforme attuate – Quando abbiamo visto quello che stava succedendo, non dico che sono stati una totale sorpresa, ma alcuni hanno annunciato molto presto che avrebbero pagati migliaia e migliaia di dollari alle persone che lavorano per le loro compagnie”. Poi, per fare un esempio, il leader a ’stelle e strisce’ cita AT&T ed altre mega corporation americane, per spiegare che “ci sono 300mila, 400mila, 500mila persone che lavorano per queste compagnie ed all’improvviso diventa un bellissimo effetto cascata con così tante compagnie che partecipano. Da imprenditore sono stato sempre trattato bene dalla stampa – ha quindi concluso suscitando qualche reazione di disappunto – ma da quando sono diventato politico ho realizzato quanto cattiva, maligna possa essere”.
M.