Senza l’uso dei generici, secondo gli ultimi dati diffusi da Egualia, la spesa italiana per il farmaceutico sarebbe da 5 a 7 miliardi superiore , con evidenti limiti per la possibilità di finanziare assistenza e innovazione che rendano il diritto alla salute davvero universale. Lo scenario farmaceutico in Italia è molto cambiato e, in occasione del suo 25° anniversario di attività, Doc Generici, azienda italiana con sede a Milano, traccia un bilancio della propria esperienza nel mercato del farmaco generico in Italia.
Sono passati 25 anni da quando, nel 1996, è stata promulgata in Italia la prima legge sul farmaco generico che ha introdotto la possibilità di commercializzare un medicinale che contiene la stessa quantità di principio attivo e presenta la stessa biodisponibilità di un farmaco di marca a brevetto scaduto, con un vero e proprio beneficio per la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale (Ssn). “Oggi sono cambiate non solo la percezione del medico prescrittore e del farmacista, – spiega Gualtiero Pasquarelli, presidente di Doc Generici – ma anche quella delle autorità sanitarie che non mettono più in dubbio la qualità del farmaco generico che è esattamente uguale a quella delle specialità. Ma, soprattutto, è cambiato anche l’approccio del paziente che non guarda più con sospetto al generico, associando il costo alla qualità del prodotto”.
Più fiducia ai farmaci generici – si legge in una nota dell’azienda – significa infatti comprendere che un prezzo più basso sul mercato non implica standard di produzione più bassi e che, in questo caso ad esempio, un prezzo inferiore dipende solo dall’assenza dei costi di ricerca e sviluppo che sono invece normalmente necessari per la produzione di un farmaco di specialità.
Per questo, Doc Generici ha avuto negli anni un approccio fortemente incentrato sulla qualità – riporta la nota aziendale – che ha permesso di avere operative ad oggi oltre 40 aziende farmaceutiche produttrici, tenendo oltre il 60% delle produzioni in più di 19 officine farmaceutiche operative in Italia, il 36% in Europa e solo il 4% in paesi extra-UE, seguendo dappertutto le stesse normative di riferimento a garanzia di qualità e assicurando, soprattutto, continuità terapeutica e disponibilità costante dei prodotti sul territorio nazionale.
In un periodo di crisi sanitaria ed economica come quella dell’ultimo anno, il saving generato dai farmaci generici è stato considerevole – si legge – se si pensa che solo nel 2019 la spesa ospedaliera ha finanziato l’acquisto di 1,5 miliardi di unità minime frazionabili di medicinali di cui circa il 30% era rappresentato dai farmaci generici. Inoltre, durante l’anno trascorso, l’accesso agli screening e alle visite di routine è calato di circa il 20-30% e l’accessibilità ai farmaci generici ha garantito la cura non solo ai pazienti affetti da Covid-19, ma anche e soprattutto ai pazienti cronici.
“Celebriamo i 25 anni di una storia di successo, caratterizzata dai nostri pilastri fondamentali: pragmatismo, aderenza, capacità di ascolto del mercato e velocità di esecuzione. Sono 25 anni che sosteniamo questi valori insieme ai medici e ai farmacisti che ci hanno scelto. – dichiara Riccardo Zagaria, Ceo di Doc Generici – A questo punto non possiamo che guardare al futuro con fiducia e ottimismo e siamo pronti a raccogliere le nuove sfide che arrivano da aree terapeutiche da consolidare, come il cardiovascolare, ma soprattutto da quelle ancora da conquistare, come ad esempio il diabete”.