È iniziato tutto il 4 maggio scorso, quando il giovane ventenne Domenico Natale si recò dallortopedico Felice Carsillo, della casa di cura convenzionata Nuova Itor, per un controllo alla gamba. Questultimo, dopo aver effettuato alcune radiografie, sosteneva che il ragazzo presentasse una frattura al ginocchio. Domenico, grande appassionato di sport, soprattutto di calcio, appresa la notizia, rimase incredulo, poiché affermava di non aver mai avuto contrasti seri giocando a calcetto e che era sempre uscito dal campo senza accusare grossi dolori. Non sapeva spiegarsi lorigine dellinfortunio. Lortopedico non gli credette, dicendo che le lastre non lasciavano dubbi, ed ordinò così il ricovero presso la casa di cura per un intervento.
Il radiologo, Riccardo Ricci, dopo la lettura delle lastre, il giorno prima delloperazione, prevista per il 28 maggio, perveniva alle stesse conclusioni dellortopedico, ovvero una frattura.
Entrambi però, sbaglieranno valutazione. Non si tratterà assolutamente di una frattura, bensì di un tumore osseo.
Lintervento ha un effetto devastante. Il tumore, finora inattivo, si espande rapidamente, tanto che a giugno, in seguito ad un ulteriore controllo, i medici si accorgono della presenza di numerose metastasi. A questo punto lintera gamba è compromessa e il povero ragazzo viene trasportato allospedale Regina Elena, dove gli viene amputata la gamba.
A causa di questo incredibile errore medico, Domenico sarà costretto a intraprendere un lunghissimo calvario, trascorrendo i suoi ultimi giorni di vita su una sedia a rotelle, cercando di lottare invano contro questa malattia che invece lo porterà via qualche mese più tardi, il 30 ottobre.
Lortopedico Felice Carsillo e il radiologo Riccardo Ricci erano già sotto processo per lesioni gravissime fino alla settimana scorsa ma dopo la morte del ragazzo, le accuse si sono aggravate e sono state prontamente riformulate dal pm Mario Ardigò.
Il padre del ragazzo, Pino Natale, dice: <<Ho nascosto a mio figlio fino allultimo che sarebbe morto perché volevo vederlo sperare. Nonostante lamputazione, ha combattuto ogni giorno per una vita migliore. I suoi quattro fratelli lhanno sostenuto durante tutta la terapia>>.
Giovedì scorso, il 30 ottobre, Domenico è venuto a mancare alle 4 del mattino; accanto a lui, abbattuti e disperati, i fratelli ed il padre.
Il caso di Domenico, uno dei tanti casi che ci lascia senza parole, deve invitare tutta la società a non perdere mai di vista i valori, soprattutto il più importante: il diritto alla vita.