Parlando ovviamente per paradossi ‘ok la guerra’, ‘comprensibile il tira e molla con l’Occidente’ ma, francamente, pensare di poter gestire l’export del grano nel mondo, mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza di ben 53 paesi – oltretutto per la maggior parte africani – è davvero troppo!
Dunque, finito il ‘siparietto’, Mosca deve aver realizzato che il gioco del grano finire qui, diversamente le cose potrebbero infatti prendere una piega sì imprevedibile, ma soprattutto nei confronti della Russia. Con la fame non si scherza.
Così oggi, pur non rinunciando a quell’atteggiamento spocchiosamente ‘vittimistico’, nel corso di una conferenza stampa il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov (nella foto), ha annunciato che la Russia è pronta a sbloccare il passaggio delle navi container per il trasporto del grano e dei cereali, a patto però che i soldati ucraini provvedano allo sminamento dei porti: “Se Kiev risolve il problema dello sminamento dei porti, la Marina russa garantirà il passaggio senza ostacoli delle navi con il grano nel Mediterraneo“.
A tal proposito il ministro russo ha anche colto l’occasione per confermare quanto annunciato già dal suo omonimo di Ankara, Mevlut Cavusoglu, che il prossimo 8 giugno, accompagnato da una delegazione militare, si recherà in Turchia proprio per discutere dello sblocco delle esportazioni del grano e, in seconda battuta, affrontare anche il nodo di appositi corridoi umanitari nel Mar Nero, dove far transitare le navi container cariche di beni alimentari.
Un annuncio quello del ministro degli Esteri russi, al quale si affianca alla richiesta del presidente ucraino Zelensky, che a sua volta ha chiesto al presidente turco Erdogan di poter incontrare Vladimir Putin. Una notizia resa nota ieri proprio da Cavusoglu, che ha riferito del colloquio telefonico intercorso fra il presidente ucraino e quello turco.
A quanto sembra infatti, inizialmente Erdogan – come già proposto altre volte – è tornato a farsi promotore di un incontro Russia, Ucraina e Nazioni Unite, da disputarsi quanto prima ad Istanbul, per far sì che si possa giungere il prima possibile a far calare la parola fine sul drammatico conflitto in Ucraina.
Sul fronte delle sanzioni, mentre l’Ue ha annunciato appena ieri il varo di un sesto pacchetto, Ankara ha invece tenuto a rimarcare che non intende imporre sanzioni alla Russia, così come, allo stesso tempo, ha tenuto ad avvertire che la Turchia non consentirà a nessuno di ‘venire usata per mettere in atto azioni restrittive’.
Infine, rispetto al tema della nato, seppure ‘tentennante’, Ankara rispetto a quella della Svezia, si è detta più favorevole all’adesione della Finlandia, premesso che in ogni caso entrambi i due Paesi sono tenuti a dover rispettare le aspettative. A detta del ministro Cavusoglu infatti, Svezia e Finlandia debbono ‘modificare le loro leggi anti-terrorismo’, ricordando – ha poi concluso il ministro – che “la Turchia è impegnata a contrastare la minaccia terroristica alla sua sicurezza nazionale entro e oltre i suoi confini nazionali…”.
Max