A Palazzo Chigi non si respira un’aria serenissima. Il nuovo nodo che si sta facendo difficoltà a scigliere è quello dell’Autonomia regionale.
Sul tema, infatti, si registra un vero e proprio momento di frizione tra Lega e M5S. Di Maio polemizza, Salvini alza l’asticella: e nel mezzo, il governo scricchiola nel provare a capire come risolvere una situazione delicata sotto le forti raffiche di vento delle pressioni delle varie forze in causa.
La sintesi del caos è tutta nelle parole con cui da una parte e dall’altra i due vice premier hanno commentato la vicenda. Di Maio infatti sostiene: “Per me il tema non è l’autonomia. Il tema è che stamattina il tavolo si è bloccato sulla regionalizzazione della scuola”
Replica Matteo Salvini: “La prossima volta vengano invitati Governatori”, tuona il vice premier leghista e ministro dell’Interno.
Dunque termina così, con un nulla di fatto e nuova freddezza e distanza tra le parti il tanto tavolo a Palazzo Chigi sull’Autonomia regionale.
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“Inutile sedersi a un tavolo che non funziona, con persone che il giorno prima chiudono accordi e poi cambiano idea e fanno l’opposto”, ammettono alcune fonti leghiste parlando delle difficoltà di arrivare a trovare una quadra sul tema autonomie. E ancora: i “5 Stelle condannano il Sud all’arretratezza”, lasciano intendere dalla Lega. “Invece di andare avanti si torna indietro”,
Sul tema, però, si è espresso anche Conte. “Sull’Autonomia sicuramente abbiamo fatto già molto lavoro e lo stiamo completando. Io ho preso un impegno: sono il garante della serietà del lavoro che stiamo facendo e del fatto che porterà ad una riforma in termini di autonomia compatibile con i principi costituzionali”.
Questo ha ammesso il presidente del Consiglio nell’incontro con la stampa durante il quale ha confermato che “c’è molta agitazione in tutto il Paese, in vari settori del Paese, perché ci avviamo a realizzare un disegno costituzionale che non è stato mai attuato, sarebbe la prima volta. Ma io ho posto alcuni paletti e da quelli non si può transigere”.
Per Conte è d’uopo sottolineare anche come si debba “realizzare un disegno di autonomia differenziata con una regione ma allo stesso tempo dobbiamo ipotizzare che l’autonomia ce la chiedano tutte contemporaneamente. Quindi quello che oggi concedo ad una devo ipotizzare di concederlo ad un’altra regione domani”.
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Ovviamente sul tema si sono espressi i due vice premier Di Maio e Salvini.
“Ho chiesto che la prossima volta vengano invitati i governatori così la cosa la risolviamo una volta per tutte”, ha detto il vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno Matteo Salvini, parlando della mancata approvazione della riforma sull’autonomia differenziata. “Non mi va di dare altre 10 riunioni e non è che una settimana in più o in meno possa fare la differenza. Quello che mi interessa è fare dei passi avanti. Per unire il Paese conte il merito, la trasparenza e l’eliminazione degli sprechi“.
“Per me il tema non è l’autonomia. Il tema è che stamattina il tavolo si è bloccato sulla regionalizzazione della scuola. Noi crediamo che un bambino in Italia non scelga in quale regione nascere e non è giusto che si dica che, siccome una regione ha più soldi, i bambini che nascono lì hanno più diritto all’istruzione di altri bambini che nascono in una regione in cui ci sono meno soldi”: ha detto il vicepremier Luigi Di Maio dopo il voto finale in Senato sul taglio dei parlamentari.
“Al vertice Autonomia oggi la Lega ha proposto di inserire le gabbie salariali, ovvero alzare gli stipendi al Nord e abbassarli al Centro-Sud. Per il M5S è totalmente inaccettabile”, riferiscono fonti Pentastellate.
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