(Adnkronos) –
Matteo Salvini e Antonio Tajani sono in cerca di una scrivania a Palazzo Chigi. Raccontano all’Adnkronos, infatti, che ancora non siano state individuate e ‘liberate’ delle stanze da assegnare ai neo vicepremier del governo Meloni, che ricoprono anche l’incarico, rispettivamente, di ministro delle Infrastrutture e degli Esteri. C’è chi dice che sia colpa delle ristrutturazioni avvenute nel corso degli anni che avrebbero ‘ristretto’ o ‘cancellato’ gli spazi una volta riservati al ‘vicepremierato’, chi, invece, lo considera un normale problema organizzativo ad ogni cambio della guardia.
A memoria dei cronisti parlamentari, in passato chi è stato vicepresidente del Consiglio aveva trovato sistemazione al terzo piano della presidenza del Consiglio, nella zona attigua alla cosiddetta sala Verde. E’ il caso del 2006, quando Francesco Rutelli e Massimo D’Alema si ritrovarono ‘vice’ di Romano Prodi, al suo secondo mandato: l’ex sindaco di Roma aveva ottenuto l’ufficio, insieme all’intero staff, nell’ala sinistra, con vista sul cortile interno, mentre l’ex leader dei Ds, aveva trovato posto con i suoi più stretti collaboratori nell’ala destra, con affaccio su piazza Colonna.
Allora, secondo alcuni retroscena, si parlò di una vera e propria ‘guerra delle stanze’, visto che le stanze disponibili erano meno di quelle richieste dai due vicepremier. Un numero lievitato rispetto al precedente governo soprattutto per le dimensioni dei rispettivi staff. Al punto da obbligare diversi uffici, anche alle dirette dipendenze di Prodi, a dover trovare diversa collocazione nel Palazzo.