Un incarico “mirato” a riferire “entro venerdì” se ci sia una maggioranza per costituire un governo di M5s e centrodestra. E’ il mandato esplorativo assegnato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, per provare a sbloccare l’impasse del governo.
Luigi Di Maio tiene fermo il no a Silvio Berlusconi e dà a Salvini un ultimatum: “Decida entro questa settimana” se è pronto a siglare un “contratto di governo” M5s-Lega, “l’unico” possibile.
Lunedì, è il messaggio implicito, potrebbe aprirsi il secondo “forno” con un Pd che attende che salti il tavolo tra M5s e Lega per “scongelarsi” e dialogare.
Ma Salvini a Di Maio replica a muso duro: “Non mollo FI, rispetto il voto: il secondo arrivato alle elezioni non può imporre le regole. Perché Di Maio non fa un passo a lato sulla premiership come me?”.
Due condizioni che il leader M5s mette ai voti in un’assemblea dei gruppi pentastellati: “Vi prendete Berlusconi, vi prendete Meloni e Di Maio fa un passo indietro?”, domanda. In platea si ascoltano risate e nessuno alza la mano per dire di sì. Ma in serata il leghista Giancarlo Giorgetti precisa che a cadere deve essere “almeno uno dei due veti di Di Maio”.