“Le cose vanno fatte perché si devono fare, non per un risultato immediato”. Per questo è necessario “dire molti no e pochi sì per evitare che tutto sia travolto dall’irresponsabilità”. E nelle parole di Beniamino Andreatta che il premier Mario Draghi ricorda a Bologna, in occasione della cerimonia che ha visto intitolato all’economista ed ex ministro l’Aula magna della Business School, che in molti leggono la rotta indicata al suo governo, mentre si avvicina la deadline del Cdm chiamato ad estendere il Green Pass.
Il passaporto vaccinale sarà reso indispensabile per i dipendenti della pubblica amministrazione, mentre c’è chi spera in un intervento di più ampio spettro già giovedì -al più tardi arriverà settimana prossima- e che tocchi anche i lavoratori del comparto privato. La cabina di regia non è stata ancora convocata, idem il Consiglio dei ministri. Ma intanto un nuovo scontro si profila già all’orizzonte, sulla riforma del fisco e la revisione del catasto -chiesta da Ocse e Ue- e contro la quale si erge immediato il muro di Lega e Forza Italia.
Draghi richiama la politica alla responsabilità. Ricorda, ancora una volta, che le risorse del Next Generation Ue vanno spese “in maniera efficiente e onesta”. E le riforme che lo accompagnano vanno fatte per rendere “l’economia italiana più giusta e competitiva, capace di riprendere un sentiero di crescita che abbiamo abbandonato un quarto di secolo fa”. E mentre impazza la polemica sul rincaro delle bollette e Matteo Salvini chiede un intervento di Draghi per scongiurarlo, il presidente del Consiglio rimarca come i tempi della transizione ecologica debbano essere “ambiziosi”, ma allo stesso tempo “compatibili con le capacità di adattamento delle nostre economie. E lo Stato deve essere pronto ad aiutare cittadini e imprese nell’affrontare i costi di questa complessa trasformazione”.
Parole accompagnate da fatti concreti. Perché a Roma, in queste ore, il governo lavora alla roadmap per evitare un nuovo salasso per i consumatori, con rincari sulle bollette di gas e luce che potrebbero costare fino a 500 euro l’anno per famiglia. Il premier, nell’intervento conclusivo al G20 delle fedi, ne ha anche per l’Europa, che sull’Afghanistan ha il “dovere morale” di tutelare chi decide di lasciarlo: guai ad ignorarne il dramma.
“Come comunità internazionale abbiamo un obbligo morale verso un Paese in cui siamo stati per 20 anni”, rimarca. Mentre striglia l’Ue anche sul fronte migranti, perché “incapace di costruire un approccio comune”, in particolare “sulla distribuzione di chi arriva e chiede asilo”. Lascia Bologna sorridente, ad accompagnarlo Romano Prodi.
Prima di infilarsi in macchina un caloroso abbraccio tra i due, prima di riprendere la strada verso Roma, la via verso le fibrillazioni che agitano maggioranza e governo, complice la campagna delle amministrative entrata nel vivo. Ma che il premier sembra non temere: “le cose vanno fatte perché si devono fare”. Andreatta docet. Dall’inviata Ileana Sciarra