Esternamente, alla luce della ‘compattezza’ che il centrodestra sta cercando di trasmettere, può sembrare che ormai ‘il più sia stato fatto’ ma, in realtà, nell’ambito della composizione di ciascun tassello del quale si compone il ‘corposo’ organigramma del nuovo esecutivo, anche la nomina dei sottosegretari si sta dimostrando un bel ‘grattacapo’ per Giorgia meloni.
Questo perché, a quanto sembra, ora è il turno dei cosiddetti ‘centristi’ i quali, come ad esempio nel caso di ‘Noi moderati’, avrebbero fatto pressione per avere due di queste poltrone. Una richiesta tutto sommato lecita, che non sorprende nell’ambito di una coalizione, fondata su precisi e distinti equilibri. Tuttavia, riguardo a questa situazione, in realtà nella ‘stanza dei bottoni’ di Fratelli d’Italia, prevale ancora del riserbo rispetto a questa eventualità.
Non a caso, proprio in queste ore, i quattro schieramenti che – come identità comune – rappresentano il 25% della coalizione, avrebbero già ingaggiato una sentita ‘partita’ circa l’assegnazione delle poltrone vacanti. Così, da un lato c’è Lupi (presidente di Noi con l’Italia, e capo politico dell’alleanza centrista), che spinge per Tondo mentre, di contro, Toti avrebbe addirittura ‘difficoltà’ a dover scegliere uno fra Silli o la Cavo. Ma non basta. Si tratterebbe di candidature che però non ‘soddisfano’ sia l’Udc che Coraggio Italia. Non a caso, dal canto suo Brugnaro vorrebbe ‘piazzare’ la vicepresidente del suo schieramento (Michaela Biancofiore), rispetto a Cesa, che in quota Udc vorrebbe invece Saccone.
Max