(Adnkronos) – “Il governo Draghi ha sostenuto le sanzioni contro la Russia, decisione dal risvolto doloroso per sua stessa economia, e ha fornito armi all’Ucraina, anche se non si sa bene fin quando lo farà. Queste scelte hanno spaccato il Movimento 5 Stelle, che fa parte della coalizione di governo e che già nel 2014 aveva contestato le sanzioni contro Mosca per l’annessione della Crimea”. Lo ha scritto l’Economist in un articolo sugli effetti in Italia della guerra fra Russia e Ucraina. “Nelle ultime settimane – afferma il settimanale di Londra – l’ex presidente del Consiglio e attuale capo politico dei 5 Stelle Giuseppe Conte ha criticato l’invio di armi a Kiev, mentre una minoranza che include il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha continuato a sostenere la linea del Governo”.
“La crisi – riepiloga l’Economist – si è manifestata in occasione del Consiglio Europeo del 23-24 giugno, quando, alcuni giorni prima, l’esecutivo dell’M5S aveva rimproverato a Di Maio una posizione ‘da falco’, seguita due giorni dopo dall’annuncio dei sostenitori del ministro degli Esteri di volersi staccare dal gruppo parlamentare. La defezione non avrà effetti immediati, secondo le intenzioni dei sostenitori di Di Maio, che continueranno a sostenere il governo. Tuttavia, resta da vedere se Conte vorrà uscire prossimamente dalla coalizione. Le divisioni interne nei 5 Stelle non sono una buona notizia soltanto per il sostegno politico italiano all’Ucraina. Ha infatti ripercussioni sulla linea di Enrico Letta, che considera l’alleanza con i 5 Stelle l’ostacolo principale per l’estrema destra di andare al governo con le prossime elezioni”.