Non solo il 2 Giugno, tra dediche e reazioni veementi, ma anche le bagarre delle navi a Venezia: la domenica ha regalato, per così dire, ore caldissime e nuove argomentazioni per accentuare le fiamme di una tensione altissima in seno alla maggioranza. Giorni complessi, e aria di frizioni sempre più ampie nel governo di Conte, che in queste ore ha anche annunciato dichiarazioni importanti.
Ore nelle quali, sopra ogni altro tema di cui si è fatto sostanzialmente corollario, è il caos tra le due anime della maggioranza di governo a tenere banco: da una parte i Cinque Stelle e le loro dichiarazioni, tramite Fico, di dedica per il 2 Giugno; dall’altra Salvini che si arrabbia, lancia strali sulla querelle di Venezia e paventa la possibilità delle urne. Lo dice chiaro e tondo, il vice premier Salvini.
“Se qualcuno vuole litigare, torniamo al voto“: sono le parole che, nell’estrema sintesi di una interminabile giornata, Matteo Salvini ha voluto lanciare ai naviganti. Che, nella fattispecie, sono i grillini, partner di un governo gialloverde sempre più traballante. Le frizioni che in queste settimane e mesi si sono acuite tra i leghisti e il movimento sono state senz’altro accentuate dagli esiti del voto delle Europee ma, ne fatti, sono le diversità concettuali e operative che sembrano costruire una distanza sempre più corposa tra le due forze politiche attorno a cui si erge il governo Conte.
Dal 2 giugno alle navi di Venezia, la polemica tra M5S e Lega viaggia sempre più carica. Il Carroccio attacca sullo scontro tra una nave da crociera e un battello nel canale della Giudecca: “Evitabile senza no M5S”.
Ma lo scontro più clamoroso è stato creato a margine della parata per la festa della Repubblica, tra Fico e il numero uno della Lega. Gelo, poi, anche sul fisco. E intanto a ore parlerà il premier Conte per chiarire la tenuta del governo.
Aggiornamento ore 06,45
I litigi non sono mai mancati nella maggioranza gialloverde ma, in queste settimane, sono vertiginosamente aumentati. La giornata di ieri, domenica 2 Giugno è stata senza alcun dubbio una delle più tese: eppure era una giornata di festa, la festa della Repubblica. Per appunto: proprio questa festa è stata oggetto di discussione e lite, come l’incidente marittimo di Venezia.
Una lunga giornata che, a sancire le fratture sostanziali tra i Cinquestelle e la Lega, si è come ‘conclusa’, si fa per dire, intorno alle parole che sul far della sera ha detto Matteo Salvini e che quasi suonano come una pietra tombale su alcuni degli equilibri di tenuta governativa.
“Se mi danno una mano a fare le cose vado avanti come un treno, se qualcuno ha voglia di litigare torniamo da voi e mi dite cosa fare, perché non abbiamo tempo da perdere”. Semplice e schietto, il ministro dell’Interno: ed è la prima volta, dopo le Europee e il suo trionfo elettorale, che parla a chiare lettere di un possibile ritorno alle urne. Non era mai stato così esplicito, e, forse, le parole di Conte di quest’oggi saranno orientate proprio sulla scia di questo significativo messaggio ai partner da parte del vice premier leghista.
Aggiornamento ore 9,13
Voto a settembre? Si inseguono già le voci circa le conseguenze delle parole di Salvini. Un’ipotesi che cresce nel bollettino degli ipotetici ‘bookmakers’ politici così come l’auspicio, da parte del Colle, di lavorare per dare un indirizzo di adeguato piano programmatico sui conti italiani che tanto hanno fatto arrabbiare Bruxelles. Nel mezzo c’è Conte: e c’è tanta attesa per le sue parole di quest’oggi.
A dare una svolta alla questione ‘tenuta-governo’ ci sono state le parole di Matteo Salvini che, dal palco di Nettuno (nella città romana il 9 giugno si voterà per i ballottaggi) e, sempre col il suo ormai consueto rosario in mano, ha sollecitato gli appetiti elettorali paventando l’ipotesi delle urne. Poi, il vice premier leghista lo ha anche ribadito in tv: “Io non tiro a campare perché far perdere tempo agli italiani non mi va”
Ad acuire i problemi della maggioranza ci sono state ieri le parole di Fico sul 2 giugno, Fico: “Festa dedicata a tutti, anche ai migranti e ai rom”. Ma non solo. Anche lo scontro marittimo di Venezia.
“Mi risulta che una soluzione per evitare problemi come quello dell’incidente tra le navi a Venezia era stata elaborata già dall’anno scorso, con l’allargamento di un canale e una parte delle navi a Porto Marghera, ma tutto ciò è bloccato da mesi perché è arrivato un ‘no’ da un ministero romano, e non è un ministero della Lega”
Aggiornamento 11,01