Per Calenda la “ode alla vittoria è fuori luogo” perchè, dice “non abbiamo sconfitto noi Salvini”: laddove, per noi, intende i Dem.
Sono giornate di decisioni, prese di posizioni, intese, separazioni e smottamenti interni nella vita politica italiana e dei vari organi partitici. Succede spesso, e non solo in Italia, quando ci sono crisi politiche e di governo. E nei Dem, ai maremoti, sembrano essere abbastanza avvezzi.
Calenda, pertanto, cavalca le onde, e prende posizioni: bacchettando Renzi
Governo, Calenda critica Renzi: “non abbiamo sconfitto noi Salvini”. Per lui la ‘ode alla vittoria è fuori luogo’
Carlo Calenda su Twitter se la prende con Matteo Renzi che ha lanciato una invettiva contro il Salvinismo inneggiando alla vittoria.
Un post social duro quello di Renzi nel quale l’ex premier PD critica il leader della Lega per aver deciso la crisi tra «Cubiste e mojiti». Nel mezzo, spunta Calenda, per appunto. Che certo non difende Salvini, ma di sicuro non eleva i renziani a vincitori.
Aggiornamento ore 5,53
“Questa specie di ode della vittoria è fuoriluogo. 1) Salvini si è mandato a casa da solo; 2) non lo abbiamo sconfitto ma posticipato le elezioni facendo il junior partner dei 5S; 3) forse hai ragione tu o forse io ma nessuna battaglia è stata vinta o combattuta. Piedi per terra. Aggiungo un punto. Tutti i guasti di Salvini che enumeri sono veri. Ma se eravamo disposti all’alleanza con i 5S, allora avremmo dovuto farla dopo il 4 marzo per evitarli. O abbiamo sbagliato ieri o abbiamo sbagliato oggi”
Questo è il lungo report della vicenda che, su twitter Carlo Calenda ha deciso di postare.
“No. Salvini aveva il 17 e oggi ha il 31. I 5S erano crollati e hanno ripreso 4 punti. Nel governo siamo junior partner. Ora se si doveva fare questo Governo, e io sono convinto di no, si doveva fare allora. Non oggi che sembra (ed è) una fuga dalle elezioni”, prosegue.
Aggiornamento ore 8,34
Nel mentre, riverberano le parole di Renzi che spesso ricorre alla metafora calcistica. “Salvini come Koulibaly, ha fatto un autogol pazzesco”. E, allargando il tiro, ancora: “Uk e Italia dimostrano in queste ore che le Istituzioni sono una cosa seria, più forti di Boris Johnson e di Salvini. Parlamenti 2 – Populisti 0″.
Cosi si era espresso il senatore Pd a qualche ora dall’accordo per un nuovo governo M5S-Pd e la sconfitta del premier conservatore alla Camera dei Comuni. Nelle stesse ore, Conte lavorava per arrivare al Giuramento di fronte a Mattarella.
A giocare un ruolo chiave in termini di rappresentanze, i Renziani. Ben diversa la posizione di Calenda, che ha più volte ribadito la propria posizione.
Aggiornamento ore 11,57