Per Luigi Bersani, intervistato da Lucia Annunziata per ’In mezz’ora’, ripercorre i difficili giorni della elezione del Presidente della Repubblica e la vicenda dei 101 franchi tiratori che affossarono la candidatura di Romano Prodi al Colle. Sui ’mandatari’ “ogni affermazione puo’ essere smentita”, dice Bersani, che rispolvera il titolo che ’Le Monde’ dedico’ alla vicenda e con cui si trova d’accordo: “’colpito Prodi per affossare Bersani’”. L’ex segretario del Pd rifiuta categoricamente l’ipotesi che, dietro quella vicenda, vi fossero anche degli interessi di Enrico Letta, chiamato poi a formare il governo. “Di Letta tutto si puo’ dire tranne questo – afferma con decisione – lui e’ una persona perbene”. Quanto ai giorni in cui venne affidato l’incarico all’attuale premier, Bersani spiega che il mandato venne dato da Napolitano ma che lui era a conoscenza e pienamente d’accordo. “Io ho sempre detto ’non lo faccio io il governo di larghe intese, non e’ nelle mie corde’”, ricorda. Quando venne indicato Letta “gli ho detto: ’Enrico, te la senti?’ e lui mi ha risposto ’non me la cerco, ma se devo farlo lo faccio’. Io non potevo farlo – ribadisce l’ex segretario del Pd – ma bisognava farlo a quel punto a cui eravamo”. L’attuale esecutivo deve essere “di necessita’, di servizio e di transizione” e Bersani ne difende l’operato pur riconoscendo lo “sbandamento” legato alle vicende interne al Pdl che impedisce “una navigazione piu’ tranquilla”. “Bisogna anche dire – rivendica poi – che e’ la prima volta che si trasferisce un po’ di spesa corrente sugli investimenti, e si taglia per mettere i soldi dall’altra parte”.