Questo governo stara’ in piedi finche’ fara’ le cose per cui e’ nato. Prima di inaugurare la sede di piazza San Lorenzo in Lucina, Silvio Berlusconi vede a palazzo Grazioli i ministri del Pdl, guidati da Angelino Alfano. Manca solo il responsabile delle Riforme, Gaetano Quagliariello. Il Cavaliere, raccontano, riprende gli argomenti del videomessaggio: assicura che non stacchera’ la spina alle larghe intese, a patto che Enrico Letta rispetti la parola data sui temi economici, in primis Iva, Imu e la riforma di Equitalia. Quello stop al ’’bombardamento fiscale’’ evocato ieri. Un concetto poi ripetuto nel saluto al ’battesimo’ del nuovo quartier generale azzurro a palazzo Fiano-Almagia’ con i big di via dell’Umilta’: ’’Staremo al governo fino a quando portera’ fino in fondo i provvedimenti e manterra’ gli impegni’’. L’ex premier avrebbe invitato la delegazione governativa a tenere il punto soprattutto sul no all’aumento del’Iva, mandando un nuovo monito al governo. Poi, davanti ai vertici pidiellini riuniti in Lucina per archiviare il Pdl, rivendica la ’’straordinaria prova di responsabilita’’’ del suo partito nell’appoggiare Letta, torna ad attaccare le toghe rosse (’’Purtroppo la legge non e’ uguale per tutti, e’ giusto criticare le sentenze decise da giudici non imparziali’’), annuncia che presto ci saranno riunioni dei gruppi territoriali per ridefinire l’organizzazione della rinata Fi. A cominciare dal cambio del nome, primo passo anche per i gruppi parlamentari di Camera e Senato, che ’’dovranno essere costituiti da subito’’. Parole che pesano come piombo in un partito da ricostruire. Il leader azzurro non arretrera’ di un millimetro (l’ipotesi di dimettersi prima del voto in Aula sulla decadenza da senatore non sarebbe stata mai presa in considerazione): ’’Sono sempre qua, piu’ di prima’’. Mi vogliono far sparire dalla circolazione, ma io tengo duro e non mollero’ proprio adesso, perche’ fuori da qui abbiamo tanti nemici e dobbiamo riconquistarci il consenso disperso, va ripetendo come un mantra il Cav, che non avrebbe dato alcuna indicazione sui futuri assetti organizzativi della nuova cosa azzurra. Probabilmente saranno confermati capigruppo di Fi, quelli del Pdl, Renato Brunetta e Renato Schifani. Potrebbe, pero’, essere modificato lo statuto di Fi per aggiornarlo alle nuove norme sul finanziamento pubblico dei partiti. Nulla di nuovo sul simbolo, che dovrebbe subire solo qualche ritocco grafico.