Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha intentato una causa contro Google, sostenendo di aver abusato del proprio dominio online per soffocare la concorrenza e danneggiare i consumatori.
Il gigante della rete Google è stato a lungo accusato dai legislatori americani di consentire al monopolio dei motori di ricerca di martellare i rivali e aumentare i profitti.
I critici affermano che multe multimiliardarie e cambiamenti nelle pratiche di Google imposti dai regolatori europei non sono stati abbastanza gravi, insistendo che sono necessari cambiamenti strutturali.
La causa, intentata a Washington DC, afferma che Google utilizza miliardi di inserzionisti per pagare i produttori di telefoni per assicurarsi che sia il motore di ricerca predefinito sui browser.
Un totale di 11 stati degli Stati Uniti si sono uniti al governo nella causa, che arriva dopo ripetute minacce contro Google da parte dell’amministrazione Trump.
Un importante consigliere economico del presidente Trump ha detto due anni fa che la Casa Bianca stava valutando se le ricerche su Google dovessero essere soggette a regolamentazione del governo.
Trump ha anche riciclato affermazioni infondate secondo cui Google è prevenuto nei confronti dei conservatori, interferisce nelle elezioni e preferisce lavorare con l’esercito cinese al posto del Pentagono.
La società Internet controlla circa il 90% delle ricerche web globali. Si è preparata all’azione del governo e si prevede che si opporrà ferocemente a qualsiasi tentativo di costringerlo a scorporare i suoi servizi in attività separate.
La società, con sede a Mountain View, in California, ha negato le accuse di concorrenza sleale. Google sostiene che sebbene le sue attività siano grandi, sono utili e vantaggiose per i consumatori e sostiene che i suoi servizi devono affrontare un’ampia concorrenza.