Siamo 60.589.445 persone a risiedere in Italia , tra di noi (l’8,3%) oltre 5 milioni sono di cittadinanza straniera, di cui il 10,6% nel Centro-nord, ed il 4,0% nel Mezzogiorno. E analizzando ancora i dati che l’Istat ha raccolto per questa ricerca, relativa alla fine del 2016, nel nostro Paese sono rappresentate qualcosa come 200 nazionalità, la metà delle quali (oltre 2,6 milioni), è compost esclusivamente da cittadini europei. Fra le comunità maggiormente rappresentate, spicca quella rumena (23,2%), seguita da quella albanese (8,9%). Ma l’Istituto di Ricerca spieg anche di una continua diminuizione di residenti, nel 2016 il saldo complessivo è risultato ancora essere negativo, per 76.106 unità, in virtù della riscontrata flessione della popolazione di cittadinanza italiana (96.976 residenti in meno), con il conseguente aumento di contro, della popolazione straniera, cresciuta di 20.870 unità ma, per la prima volta dagli anni ’90, subendo un notevole calo della componente femminile. Non aiuta certo – complice la crisi – l’evidente calo delle nascite che, per il secondo anno consecutivo, a fine 2016 sono state poco meno di mezzo milione (473.438, -12mila sul 2015). Un fenomeno osservato però anche tra gli stranieri. E dunque se il rapporto nascita-morte fra gli italiani segna una percentuale negativa, non è cosi per gli stranieri. Dl 2012, in particolare, il numero dei decessi si è attesta intorno ai 600mila ogni anno. E continuano dunque a crescere nuovi cittadini italiani: nel 2016 sono stati più di 200mila: 40 ogni mille stranieri, segnando rispetto al 2015 cun incremento di 13 punti percentuali. Infine l’Istat , rivolgendosi agli itliani all’estero, illustra che alla fine del 2016, circa 38mila nostri connazionali sono rientrati dopo un periodi di immigrazione all’estero. Nel 2016 gli italiani che per più motivi hanno deciso di andare oltre i confini sono stati circa 157mila persone (di cui quasi 115mila di cittadinanza italiana), ben 12mila in più rispetto all’anno precedente.
M.
