Nella Capitale va in scena il ’veleno’, a causa di un fenomeno giuridicamente legittimo ma, per certi versi, soprattutto sotto il profilo morale, deplorevole: “Elezioni, dal 3 al 6 marzo rimodulazione del servizio di superficie – Prevista dal 3 al 5 marzo anche una riduzione del servizio sulla Metro B”, in concomitanza delle elezioni politiche e regionali del 4 marzo e della conseguente attività, riconosciuta ai sensi di legge a favore di coloro i quali ne fanno richiesta, nella quale saranno coinvolti i dipendenti Atac impegnati nei ruoli di presidente di seggio, segretario, scrutatore e rappresentante di lista, si è resa necessaria una rimodulazione del servizio di superficie con maggiore impatto nelle giornate elettorali del 3 e 4 marzo e possibile riduzione il 5 e 6 marzo. Nelle stesse giornate del 5 e 6 marzo – continua la nota – sarà comunque garantito il servizio scolastico per gli istituti che svolgeranno le normali attività didattiche. Servizio ordinario a partire dal 7 marzo. Riduzioni del servizio – aggiunge l’azienda – potranno interessare fino al 5 marzo la linea B della metropolitana. Prevista una riduzione del servizio anche sulla Metro A per il solo giorno del 5 marzo. Il resto della rete – assicura Atac – si prevede regolare”. Nemmeno il tempo di far arrivare la domenica elettorale, ed ecco che, in seguito a questo ’eloquente’ comunicato diramato da Atac, già infuria la polemica. Una protesta per certi versi lecita in quanto, oltre che a riflettersi sulla cittadinanza per la prevista scarsità di mezzi in circolazione, proprio in una giornata (con oltre 46 mln di persone ’in movimento), in cui dovrebbero invece funzionare meglio degli altri giorni, sottolinea ancora una volta le incongruenze che disciplinano il nostro Paese: perché non dare la possibilità di guadagnare qualcosa ai tanti giovani disoccupati, lavorando ai seggi, invece che permettere a chi già stipendiato di ’arrotondare’, in alcuni casi rappresentando oltretutto anche una presenza partitica? Niente da fare: moltissimi autisti andranno a ricoprire le funzioni di presidenti di seggio, segretari, scrutatori e rappresentanti di lista, costringendo così l’azienda pubblica di trasporti – da oggi e fino al 6 marzo – a “rimodulare” le corse dei bus, e a “ridurre” le linee A e B della metro.
M.