Il fatto che il tribunale abbia bloccato i licenziamenti messi in atto dall’azienda Gkn di Campi Bisenzio con una mail è “una bellissima notizia, una vittoria tutta degli operai che sono riusciti a stare più di 70 giorni davanti alla fabbrica, spiegando con civiltà le proprie ragioni”. Ma ora è necessario che “intervenga il governo” che “ha più tempo per trovare una soluzione e deve fare di tutto per trovarla. Lo deve a questi lavoratori”. E’ il pensiero del giornalista Corrado Formigli, che si è occupato del caso con il reportage ‘Gkn- L’ultima frontiera’ in onda il 16 settembre nel suo programma ‘Piazzapulita’ su La7. “Mi sembra – dice infatti Formigli all’AdnKronos – che si sia guadagnato del tempo prezioso che adesso il governo non deve sprecare”.
“Il tema fondamentale che noi avevamo sollevato giovedì scorso – argomenta il giornalista – è che qui abbiamo un’azienda in salute che non ha mai fatto un’ora di cassa integrazione, non ha stato di crisi e che, dall’oggi al domani, ha mandato un mail al sindacato dicendo che licenziava 422 dipendenti dopo averli mandati un giorno in ferie per svuotare la fabbrica. In tutto questo, c’era un silenzio abbastanza assordante del governo nel senso che, a parte la viceministra Alessandra Todde che se ne interessata e Orlando, non c’è stata una presa di posizione dal punto di vista del famoso decreto sulle delocalizzazioni. Cioè su quale linea pensiamo di tenere nei confronti di questi episodi e soprattutto come facciamo a tutelare di più i lavoratori. In questo quadro, mi sembra che il tribunale sia arrivato per primo e abbia concesso del tempo: ha annullato le procedure di licenziamento che quindi andranno eventualmente ripetute con le modalità necessarie. Ma è anche un modo per dire alle parti ‘parlatevi e trovate una soluzione'”.
Secondo Formigli, comunque, “non ci comporta in questa maniera. Da qualunque punto si veda questa vicenda esiste un modo di relazionarsi con il lavoro e con i lavoratori. Esiste una modalità di fare le cose e non è quella seguita da Gkn. E poi c’è un problema più grande, generale: una società di speculazione finanziaria, il fondo Melrose, ha licenziato 422 persone per avere un +4% in azioni e dare più dividendo ai propri azionisti senza una reale ragione di crisi dell’azienda. Ma soltanto perché, su questa speculazione e su questi licenziamenti, gli azionisti guadagnano di più”. Per il giornalista “dobbiamo in qualche modo intervenire” sul fatto che “il capitalismo finanziario si accresca, in una fase come questa di crisi così pesante post pandemica, sulla perdita del lavoro di così tante persone”.