(Adnkronos) – Uno stridio di sedie e banchi che si spostano, poi tutti in piedi in silenzio, il capo chino, qualcuno che guarda fuori dalla finestra. Al Liceo Scientifico Isacco Newton di Roma la 3°D, insieme a tutte le altre classi dell’istituto capitolino, ha rispettato un minuto di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo, Venezia, uccisa dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta. “La vicenda di Giulia ha colpito profondamente i nostri ragazzi”, racconta all’Adnkronos Cristina Costarelli, preside del Newton. “Sappiamo che stanno organizzando una manifestazione in ricordo della ragazza, c’è grande attenzione da parte loro, soprattutto da parte dei ragazzi delle classi superiori, perché Giulia è una di loro, una coetanea, c’è una forte identificazione”.
“Il minuto di silenzio è stato significativo”, racconta all’Adnkronos Sara, una studentessa del 4° anno. “Penso sia importante che si parli di quello che è accaduto a Giulia, perché è qualcosa che sta succedendo sempre più spesso e non possiamo lasciare che accada nel silenzio generale e che il femminicidio di questa ragazza finisca nel dimenticatoio come tutti gli altri”, conclude.
La morte di Giulia ha riportato sotto i riflettori la piaga dei femminicidi e della violenza di genere, e proprio nel contrasto a tali fenomeni s’inserisce la proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: un’ora di “educazione alle relazioni” per gli studenti delle superiori, in orario extracurricolare e per tre mesi l’anno. La bozza è stata scritta dal Dipartimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito dopo aver sentito il parere delle associazioni dei genitori, degli studenti, dei docenti, dei sindacati, dell’ordine degli psicologi e di diversi esperti fra cui anche giuristi e pedagogisti.
“L’iniziativa è da apprezzare perché quello dell’educazione sentimentale è un tema che va affrontato nelle scuole”, spiega la preside Costarelli. “Va sottolineato che negli istituti ci sono già molti percorsi attivi, che pongono attenzione sulle questioni di genere o sulla piaga del femminicidio. La cosa apprezzabile della proposta di Valditara è che parlare del tema diventa sistematico e obbligatorio per tutti e la speranza è che in futuro poi, il progetto si estenda anche alle scuole di grado inferiore, perché per ora parte come iniziativa nei licei ma sappiamo bene che l’attenzione ad alcuni temi comincia dalla prima infanzia”. La dirigente scolastica ha poi sottolineato l’importanza dell’appoggio delle famiglie nella formazione dei più giovani: “Se non c’è supporto e condivisione da parte delle famiglie non si riesce a vincere questa sfida, perché gli esempi di rispetto di genere i ragazzi li respirano nelle famiglie nei primi anni di vita. La scuola si può inserire ma se nel quotidiano viene a mancare l’esempio le possibilità di successo da parte nostra sono basse”, conclude.