(Adnkronos) – “Un mese senza te, mi manchi”. Sono le parole con cui Elena Cecchettin, sorella di Giulia uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ricorda la 22enne a un mese dalla morte. Era l’11 novembre quando Giulia uscì per trascorrere una serata con Filippo, poi la doppia aggressione armato di coltello, la fuga e l’abbandono del corpo senza vita a più di 100 chilometri da casa a Vigonovo (Venezia). La frase è stata postata da Elena su Instagram e accompagnata da una foto in bianco e nero della sorella minore.
“Ora ti vedo in mezzo alle stelle, che fai a metà gelato con la mamma. Continuerai a essere il mio angelo custode perché in fin dei conti lo sei sempre stata”, le parole della ragazza al funerale privato per la sorella a Saonara, seconda cerimonia dopo quella a Padova.
“Era buona, era la persona migliore che abbia mai conosciuto”, diceva Elena, che tratteneva a fatica le lacrime mentre la ricordava. “Me la porterò per sempre dentro”, diceva ancora prima di iniziare a elencare le passioni e le ‘stranezze’ della 22enne. Perché Giulia amava “collezionare scatole di latta, non buttava via niente”, oppure fare “lunghe passeggiate ascoltando musica” e in tutto questo “dimenticava sempre le chiavi”.
Giulia “era la mia sorellina e anche la mia sorella maggiore, era onesta e dava ottimi consigli. Aveva tanti peluche con nomi stranissimi, a Giulia piacevano tanto le macchine vecchie”. Ora Giulia, l’addio di Elena, “è in mezzo alle stelle”.
“Ho iniziato a piangere per Giulia già da domenica perché un padre certe le cose le sente, e ti viene quasi normale provare rabbia e odio”. Così Gino Cecchettin, padre di Giulia, intervistato ieri da Fabio Fazio a ‘Che Tempo che fa’. “Io ho detto ‘voglio essere come Giulia’, ho concentrato tutto il mio cuore e la mia forza su di lei, sono riuscito ad azzerare l’odio e la rabbia”, ha quindi aggiunto ammettendo di aver capito subito cosa era successo.
“Mi sono chiesto come… Però ancora oggi vedo con questo ragionamento che può sembrare troppo razionale. ma alla fine è molto umano, io voglio amare, non voglio odiare, comunque l’odio ti porta via l’energia”, ha sottolineato Gino Cecchettin che sta pensando di fondare una fondazione: “Mi impegnerò ancora in questa battaglia. Ora devo riprendere un po’ di forza”.
“Mi impegnerò ancora su questa battaglia, adesso devo cercare chiaramente di raccogliere un po’ le forze perché è stato un mese molto pesante ma l’idea è di fondare un’associazione o una fondazione così come mi hanno consigliato. E’ una cosa che sta nei nostri piani”, ha sottolineato.
“Giulia e Monica”, la moglie di Gino Cecchettin morta un anno fa, “sono la mia luce che accompagneranno me, Davide ed Elena per il resto della nostra vita. E faremo di tutto per poter danzare sotto la pioggia per i giorni che ci restano in onore di Giulia”, ha spiegato aggiungendo che “Davide ed Elena stanno abbastanza bene. Chiaramente sono molto provati da queste settimane. Piangono una sorella che non hanno più ma sono forti”.
“Adesso mi trovo senza una moglie, senza una figlia e con una possibilità, quella di gridare che dobbiamo fare tutti qualcosa”, ha aggiunto affermando che la violenza sulle donne “è un problema molto serio” che va risolto.
“Il patriarcato significa che c’è un concetto di possesso e forse è quello il cuore della faccenda: la donna vista come proprietà di qualcuno. Utilizziamo oggi espressioni come ‘la mia donna’. Sembra innocua, ma non è così. Anche nel quotidiano dobbiamo iniziare a cambiare il modo di intraprendere una visione della società”, ha affermato quindi.
“Vorrei dire una cosa ai maschi: in questo momento vorrei invitarvi a dire ti amo alle compagne e alle moglie, non ti voglio bene. Ti amo: ditelo, ditelo spesso. Dovete dirlo, sempre, ogni volta. Fatelo in questo momento”, ha detto Gino Cecchettin.