Gino Cecchettin, padre di Giulia, risponde a che gli chiede se è pronto a perdonare Filippo Turetta, il giovane che ha ucciso a coltellate la figlia 22enne. Non ancora. Così, intervenuto a Storie italiane, ha parlato dell’assassino della giovane studentessa, di cui ieri si sono celebrati i funerali a Padova.
Ha detto Gino Cecchettin: “Perdonarlo? Non lo so, un conto è non provare rabbia, il perdono è un passo ulteriore. Sarà difficile, neanche Gesù ha perdonato i suoi carnefici e ha chiesto a Dio di farlo. È una cosa veramente difficile”.
Ha aggiunto: “Spero che (Filippo ndr) si renda conto di quello che ha fatto e magari un giorno possa dare lui dei messaggi ad altre persone che potrebbero avere la stessa difficoltà”.
Il messaggio del padre di Giulia letto durante il funerale della figlia, potrebbe essere proposte nelle scuole, come ha proposto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Un’ipotesi che ha commentato suor Monia Alfieri, cavaliere al merito della Repubblica italiana, rispondendo all’Adnkronos.
“Ritengo che il contenuto di quella lettera abbia un valore umano profondo e straordinario – dice Alfieri – perché non esprime né un desiderio di vendetta né un desiderio di giustizia intesa come rivalsa: quel testo esprime semplicemente l’espressione del dolore di un padre e l’invito a trovare tutte le misure necessarie affinché nessun altro padre possa più piangere la morte violenta della propria figlia”.
Aggiunge Monia Alfieri: “Condivido pienamente le parole del papà di Giulia quando afferma che ‘il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita’. Allo stesso modo concordo quando, nella lettera, viene detto che, per combattere la violenza del femminicidio, occorre una sinergia tra il mondo educativo e il mondo dei mezzi di comunicazione: entrambi i mondi, infatti, possono fare davvero la differenza se alleati in una comune battaglia in difesa del valore della persona in quanto persona, uomo o donna. Bello poi l’invito agli uomini ad essere agenti del cambiamento, non minimizzando i singoli episodi di violenza, non voltando la faccia dall’altra parte”.
Conclude Suor Anna Monia Alfieri: “Parimenti di grande valore l’invito rivolto ai genitori affinché educhino i figli al valore del sacrificio, all’accettazione della sconfitta, al senso del limite: solo accettando i propri limiti ognuno di noi è in grado di commisurarsi con le proprie capacità e di accettare, conseguentemente, il rifiuto e l’insuccesso come dimensioni ordinarie del vivere. – ha concluso Suor Anna Monia Alfieri – Come si può comprendere, si tratta di contenuti che consentono ampi spazi di riflessione che sappiamo essere necessaria in vista di ogni azione di cambiamento, in positivo. Per tutte queste ragioni non posso che essere favorevole alla lettura della lettera in tutte le aule delle nostre scuole, agendo, così, per il cambiamento attraverso la formazione”.