L’umanità, però, si trova a dover fronteggiare una delle crisi più gravi conosciute. A meno di una settimana dagli attentati parigini, e da quelli che hanno colpito un mercato al sud della capitale del Libano, imperversa in tutto il mondo la paura. L’occidente si trova a dover fronteggiare un nemico invisibile che ha adepti in ogni suo paese. Il terrore per possibili attentati hanno spinto i governi mondiali ad innalzare lo stato di allerta. Una guerra, definita dallo stesso Papa Francesco, mondiale. Un conflitto atipico che sfrutta ciò che lo sviluppo tecnologico capitalistico mette a disposizione. Un scontro non fisico, come si è sempre pensata la guerra, ma psicologico. Gli allarmi attentati oramai sono all’ordine del giorno. Una situazione che descrive come si sta vivendo una psicosi a livello globale, senza risparmiare nessuno. Una fobia che giorno dopo giorno aumenta nella popolazione, spingendo gli uomini ad avere il timore del proprio vicino. A far tornare alla normalità non aiutano le decisioni di alcune grandi potenze del G20. I bombardamenti di Francia e Russia in Siria e il mancato ritrovamento degli attentatori di Parigi (Salah Abdeslam e Abdelhamid Abaaoud),fanno aumentare le preoccupazioni. Uno spiraglio di luce, però, arriva da Saint-Denis. Il blitz della polizia francese nella scorsa notte nei pressi della periferia Parigi, ha portato alla cattura di 8 persone e alla morte di 3 terroristi. Tra i defunti cè anche una donna di 26 anni che si è lasciata esplodere per sfuggire alla cattura. Hasna Aitboulahcen era la cugina Abdelhamid Abaaoud che per gli investigatori è lo stratega degli attentati del 13 novembre. Si sta vivendo un momento storico particolare che sta caratterizzando l’avvio del Giubileo straordinario di Roma. Un evento che porterà milioni di pellegrini a varcare la porta Sacra per intraprendere un percorso alternativo alla loro salvezza. Ma intanto aumenta lallerta attentati a Milano e Roma.
Da un nostro sondaggio, promosso con l’intento di testare lo stato d’animo dei romani subito dopo gli avvenimenti tragici della Francia, è emerso che i cittadini sono preoccupati per l’anno che verrà. Il 64% degli intervistati pensa che la capitale non sia pronta ad ospitare l’evento voluto dalla Santa Sede; il 26% ritiene che lo sia e il 10% non saprebbe rispondere al quesito. Un dato che molto probabilmente è stato condizionato dalle vicissitudini che hanno colpito la città nell’ultimo mese e dal timore di un intervento militare sul territorio Siriano da parte dell’Italia. Infatti alla domanda se si è favorevoli all’intervento in Siria al fianco di Russia e Francia il 66% dei romani intervistati ha risposto di no. Ciò dimostra come vige la convinzione che le principali cause degli attacchi a Parigi, ma anche all’aereo siberiano esploso in Egitto, siano da attribuire ai bombardamenti da parte di queste potenze nel Medio Oriente. Il dato che colpisce, però, è quello che emerge dalla domanda riguardante il rinvio del Giubileo. Infatti dalle risposte date dagli intervistati si evince che la popolazione è spaccata a metà. Un risultato che sottolinea come per alcuni ci sia la necessità per la capitale di proseguire senza alcuna paura; per altri invece la preoccupazione per possibili attentati è talmente alta che sarebbe necessario rinviare l’evento. Un momento pieno di confusione che, secondo i cittadini chiamati in causa, non si riuscirà a risolvere con le manovre per contrastare il terrorismo proposte da Matteo Renzi e Angelino Alfano. Ma nel frattempo il Governo Italiano, cerca di correre ai ripari per non farsi trovare impreparato. Si sta pensando ad un maggior investimento sulla cyber security che possa prevedere un sistema anti-attacchi via drone per controllare dallalto la capitale durante il Giubileo. Posto di fronte ai dati precedentemente elencati, l’Onorevole Khalid Chaouki, che di recente è stato oggetto di minacce di morte da parte di gruppi di estrema destra, ha dichiarato: “Da cittadino romano voglio dire che il Governo sta tenendo altissima la tensione sul piano della sicurezza per il Giubileo. Si sta rafforzando la presenza delle forze dell’ordine e dei militari sul territorio. Sono stati assegnati 2mila e cinquecento nuovi agenti e ce ne saranno altri 2mila nelle prossime ore che saranno impegnati a presidiare il territorio. C’è una paura legittima che naturalmente è giustificata. In queste ore, però, non dobbiamo farci travolgere dall’emotività. E’ importante che nei prossimi giorni ci sia una risposta popolare che coinvolga tutte le comunità religiose. Bisogna reagire agli attentati mantenendo l’unità”.
Numerose iniziative si stanno organizzando sul territorio romano, e nazionale, con l’intento di promuovere una convergenza che possa contrastare l’odio dell’ISIS. Un’unione di cui i cittadini romani hanno urgente bisogno per sentirsi pronti ad affrontare con maggiore serenità l’anno giubilare.
Davide Di Carlo