(Adnkronos) – E’ morto oggi all’età di 81 anni Giovanni Roncato, imprenditore e fondatore di Valigeria Roncato. Ad annunciare la scomparsa sono la moglie Loredana e i figli Alessandra, Cristiano, Andrea ed Enrico.
Giovanni Roncato, detto Gianni, nasce a Campodarsego il 16 marzo 42 da Palmira e Antonio Roncato. Fin dalla tenera età affianca il padre, attivo nel settore della valigeria dagli anni ’40, apprendendo velocemente l’arte della valigeria e sapendo interpretare da pioniere le esigenze dei futuri viaggiatori. Abilità che, nel 1973, lo portano a fondare quella che negli anni a venire rimarrà il suo fiore all’occhiello: la Valigeria Roncato S.p.A., quella che tutt’oggi è un’icona del Made in Italy a livello mondiale. Gianni Roncato è stato un uomo dalle molte sfaccettature: marito, padre e nonno affettuoso, un imprenditore di successo e un grande innovatore. Primo del suo settore, in Europa, a introdurre la catena di montaggio all’interno del proprio stabilimento, ha fatto di Valigeria Roncato S.p.A. il maggior produttore mondiale di valigie 24 ore dell’epoca. Un uomo capace di fronteggiare le numerose sfide che gli si sono poste davanti negli ultimi 50 anni, non rinnegando quei valori che hanno sempre guidato il suo operato: un’elevata qualità delle proprie creazioni, stile italiano e innovazione.
Oggi, Giovanni Roncato lascia la moglie Loredana, i 4 figli Alessandra, Cristiano, Andrea ed Enrico, e 13 nipoti, il suo più grande tesoro. Viene a mancare proprio nell’anno in cui ricorre il 50esimo dalla fondazione dell’azienda, la cui attività sarà portata avanti dai figli e dai suoi collaboratori con grande tenacia, superando i momenti di difficoltà che inevitabilmente si porranno sulla strada, così come è sempre stato fatto anche in passato. Proprio come lui ha insegnato. Proprio come lui ha sempre voluto. “Nostro padre era un uomo instancabile, entusiasta della vita, ottimista e di buon cuore, ha lavorato fino all’ultimo istante perché viveva per creare. Ci lascia tanti bellissimi esempi e ricordi che saranno di stimolo per continuare quanto da lui iniziato nello spirito di continuità e sviluppo. Abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità per poterlo riportare a casa e potergli dare una possibilità”, sottolineano i familiari. “Si è spento circondato dal nostro affetto e vicino alla terra dove è nato e che amava. Ringraziamo fin da ora tutte le persone che ci sono accanto ogni giorno ed in ogni momento per il loro supporto. Ringraziamo tutta l’equipe della terapia intensiva dell’ospedale Camposampiero, la dottoressa Astrid Behr per l’accoglienza, la disponibilità, la professionalità e la tempestività nonostante le critiche condizioni in cui nostro padre ha raggiunto l’ospedale. Abbiamo autorizzato la donazione degli organi nella speranza di poter dare vita a chi potrebbe oggi averne bisogno”, concludono.