Nelle grande città russe fra cariche armate, e la minaccia di pene detentive che prevedono fino a 15 anni di carcere, le autorità sono in parte riuscite ad arginare le dure proteste delle miglia di giovani scesi per le strade a manifestare contro il decreto di Putin, che ha annunciato la mobilitazione parziale, aprendo ‘a tutti0 la chiamata alle armi. Una decisione che ha da subito creato il panico generale, soprattutto nelle nuove generazione che, giustamente (da noi sarebbe accaduta la stessa cosa), stanno cercando in ogni modo di eludere l’eventuale ‘chiamata’. Dal canto suo il presidente Putin ha cercato di rassicurare, affermando che ‘per ora’ si tratta di riservisti e di quanti detengono particolari specializzazioni nell’esercito.
Fatto è che tra i ragazzi, se quelli economicamente più fortunati non hanno esitato ad imbarcarsi sui primi voli diretti all’estero, stando a quanto riferito da Google, in tanti hanno consultato il motore di ricerca digitando ‘come rompersi un braccio da soli’, per farsi trovare inabili.
Ma non solo. Come hanno riferito oggi dal comando generale delle guardie di frontiera finlandesi, l’area che caratterizza il confine sudorientale con la Russia sarebbe stato letteralmente d’assalto da migliaia di persone in uscita. Tanto è che per sminuire il fatto, il portavoce del Cremlino Peskov è intervenuto per ridimensionare il fenomeno, affermando che, parlando di “un esodo”, le autorità finlandesi hanno ”esagerato”.
Questo perché, come stabilito da Bruxelles a margine delle sanzioni – che toccano così anche (gli incolpevoli, come gli atleti) cittadini sovietici, da lunedì (chiuse le frontiere delle nazioni baltiche e della Polonia), possono avere accesso in Ue soltanto varcando il confine (di circa 1.340 chilometri) che separa la Finlandia dalla Russia.
Max