(Adnkronos) – Tutti a sondare i nuovi dirigenti, da Marco Furfaro a Chiara Gribaudo. Tutti a spulciare la biografia di Luciana Capone. Tutti a rileggere il discorso di Elly Schlein alla Nuvola. Ma, probabilmente, per intuire che aria tira nel ‘nuovo Pd’ basta scorrere con attenzione la lista dei componenti della nuova Direzione nazionale.
L’attenzione era tutta concentrata sul rientro degli ex, come la pattuglia di Articolo 1 guidati da Roberto Speranza. Oppure sulla novità degli esterni che hanno preso la tessera Pd come le ex Sardine Mattia Santori e Jasmine Cristallo. Ma tra i 176 componenti della nuova Direzione c’è un bel pezzo del partito che Schlein ha in testa. Al netto di eventuali “cacicchi” e “capi bastone”, cui la segretaria ha dichiarato guerra, sono molti i giovani, tante le donne e ci sono alcuni ‘nuovi italiani’ e diverse biografie fatte di impegno sociale sul campo.
C’è, per esempio, Mia Diop, che a dispetto dei suoi 21 anni non è più una novità tra i dem: studentessa, attivista, dirigente dei Gd prima e del Pd di Livorno, è stata la più giovane tra gli 87 saggi costituenti dem. Ha coordinato i volontari per la Schlein e la ‘scintilla’ per la politica è nata ai tempi delle battaglie per lo ius soli, praticamente da bambina. In prima linea da sempre c’è Jacopo Melio: attivista, giornalista e scrittore, nominato Cavaliere dell’Ordine al merito dal presidente Mattarella, consigliere dem in Toscana, Melio è famoso per le sue lotte sociali con particolare attenzione per i disabili. Della sua elezione in Direzione ha scritto su Facebook: “Un’ulteriore responsabilità che spero di meritare mettendomi al servizio di questa comunità che varca oggi una nuova primavera”.
Dal Pd milanese arriva invece in Direzione Monica Romano, la prima politica transgender eletta al consiglio comunale. Attivista per i diritti della comunità Lgbtq+, la Romano si è battuta per il Ddl Zan (ingaggiando anche una celebre polemica via social con Matteo Renzi) ed è balzata agli onori delle cronache dopo aver chiesto lo stop della pubblicazione dei video dei borseggiatori a Milano, ricevendo una valanga di insulti social e le critiche feroci da esponenti di altri partiti. A partire da Matteo Salvini, che su Twitter ha scritto: “La priorità della sinistra a Milano e a Roma è proteggere la “privacy” dei delinquenti. Incommentabile”.
Dai diritti Lgbt+ all’accoglienza, quella di cui si occupa in prima persona un’altra neo eletta nella Direzione dem, Anna Paola Peratoner, fondatrice di Oikos Onlus, associazione che sostiene progetti di cooperazione in Africa e America Latina: “Apriamo il partito a chi con noi vorrà lavorare per contrastare le diseguaglianze, portare alla conversione ecologica, lavorare per la pace, i diritti e l’inclusione sociale di tutt3”, ha scritto su Facebook.
Note per l’impegno su vari fronti sono poi altre nuove elette in Direzione, come Marwa Mahmoud; 35 anni, consigliera Pd a Reggio Emilia, ai tempi della campagna elettorali spiegò: “Mi candido come donna, mamma e figlia di migranti”.
Sostenitrice della prima ora della Schlein è anche Victoria Oluboyo, consigliera comunale a Parma: “Avanti verso il nuovo Pd”, ha scritto su Fb. Si definisce ‘transfemminista intersezionale’, ha aperto il blog ‘Oltre’ perché è “necessario e fondamentale andare oltre i nostri limiti, oltre le apparenze, oltre i pregiudizi, oltre gli stereotipi” e ha fondato la pagina Facebook e Instagram ‘I’m still alive’ dedicata alle persone uccise nel mondo per razzismo.
Poco a che spartire con “cacicchi” e “capi bastone” ha sicuramente Sarah Brizzolara, di certo una delle più vicine al ‘pensiero Schlein’: classe ’95, ambientalista, studentessa di Lettere alla Statale di Milano, consigliera comunale a Monza, sui social ha ‘salutato’ la sua elezione in Direzione così: “La scorsa notte l’ho passata in un garage riadattato a mini appartamento a Roma in zona Circo Massimo, con un raggomitolo di cose indefinite come cuscino. Perché poi quando fai politica e sei squattrinato qualche compromesso lo devi fare”.