Una stagione lugubre e nefasta. Ma impegna acontrastare, oggi,ogni seme e ogni accenno a derive che ne provochino l’oblioo addirittura ne facciano temere la ripetizione”. Un ricordo commosso quello espresso stamane in Quirinale dal Presidente Mattarella celebrando il ’Giorno della Memoria’. “Ancora oggi – ha affermato il Presidente – dobbiamo chiederci: come è possibile che, sotto forme diverse – che vanno dalnegazionismo, allaxenofobia, all’antisionismo, a razzismi vecchi e nuovi, al suprematismo, al nazionalismo esasperato – com’è possibile che ancora oggi si sparga e si propaghi il germe dell’intolleranza, della discriminazione, della violenza?. Auschwitz, oggi, è diventato un monumento contro l’orrore nazista. Ma è, e deve essere, anche la testimonianza, presente e consapevole, di quali sciagure sia capace di compiere l’uomo quando abbandona la strada della convivenza e della solidarietà e imbocca la strada dell’odio. Alla costruzione diAuschwitznon si arrivò per caso ha spiegato il Capo dello Stato – Esso fu ilfrutto perverso- ma del tutto coerente -di teorie razzistee dell’antisemitismo. Questi fenomeni erano già tristemente presenti nella storia d’Europa: ma mai, prima dell’avvento di Hitler al potere, avevano assunto dimensioni così vaste e drammatiche. Mai sulla base dell’odio per gli ebrei – fenomeno inspiegabile e mostruoso – era stato costruito un sistema ideologico, pseudo-scientifico, politico, giuridico, propagandistico e, infine, repressivo. Mai teorie così nefande erano state sorrette da un consenso popolare spesso maggioritario e dalla compiacenza di intellettuali, con rare ed eroiche eccezioni. Scrisse a questo proposito Hannah Arendt: ’Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma colui per il quale la distinzione tra realtà e finzione, tra vero e falso non esiste più’. È una lezione terribile che richiama oggi e sempre le nostre coscienze. Pensare, oggi:’Io non c’ero, non ero ancora nato’non può rendere estraneo al dovere di rispondere alla domanda posta da un fardello così opprimente; non libera la storia presente – ha spiegato ancora Mattarella – da una domanda così stringente e carica di angoscia: come fu possibile che nel cuore dell’Europa cristiana, l’Europa culla di civiltà, nella quale erano nati i diritti della persona, i principi di libertà, eguaglianza, fraternità, si infiltrasse un cancro tanto micidiale e distruttivo? Perché alcuni popoli, che avevano da poco e con grande sacrificio, conquistato l’indipendenza, la libertà e la democrazia, si consegnarono a forze tenebrose, tiranniche e assassine? Cosa poté oscurare le menti, serrare i cuori, cancellare – tracciandovi sopra una svastica – progressi, conquiste e valori secolari?. Le risposte sono, e sono state, tante; aiutano la nostra comprensione del fenomeno: ma nessuna, credo, possa riuscire a sciogliere pienamente interrogativi così inquietanti.La realtà dei campi di sterminio va oltre l’umana comprensionee oltre i limiti delle possibilità di espressione. Intellettuali, filosofi, storici, artisti hanno dibattuto a lungo sulla reale impossibilità di descrivere pienamente il sistema Auschwitz: ’il silenzio di Dio’, evocato da Wiesel, ’l’esilio della parola’, di cui parla André Neher, non possono costituire però un ostacolo al nostro diritto e al nostro dovere di conoscere, indagare, studiare, riflettere. E prevenire. Nulla – ha detto Mattarella – deve fermare la nostra volontà di ricordare, anche se ci provoca tuttora orrore e dolore”. Il premier Gentiloni ha invece affidato un suo pensiero per la storica ricorrenza, attraverso un tweet: “Non dimenticare l’Olocausto, ricordare le terribili lezioni del ’900, alimentare le ragioni della nostra libertà”.
M.