Giornalisti aggrediti al Verano: gli esiti degli accertamenti hanno prodotto l’arresto di due neofascisti. Roma si colora ancora dei toni foschi e neri della violenza legata, in un modo o nell’altro a politiche o comunque ideologie di schieramento che si elevano a motivazioni di crimini veri e propri. Come quelli di cui si sono macchiati due neofascisti che sono fini in manette per la vicenda dei giornalisti aggrediti al Verano.
Una storia, quella dei giornalisti aggrediti al Verano che in effetti ha radici profonde e che però ha portato alla stretta attualità con l’arresto dei responsabili. Cosa è successo nello specifico?
Giornalisti aggrediti al Verano: gli esiti del caso di violenza ai danni dei giornalisti dell’Espresso
Come si ricorderà, si tratta del tristemente noto episodio dei giornalisti aggrediti al Verano: cronisti del noto Espresso che erano stati preda di un vero e proprio agguato di neofascisti. Stando alla stretta attualità dei fatti, sono dunque finiti ai arresti domiciliari il leader romano di Forza Nuova Giuliano Castellino e l’esponente di Avanguardia Nazionale Vincenzo Nardulli. La storia è datata 7 gennaio: un cronista e un fotografo vennero braccati, minacciati con frasi a dir poco spaventose e poi aggrediti del tutto. Ciò avveniva nel corso di un servizio sulle commemorazioni nell’area dell’estrema destra del 71° anniversario delle morti della sezione Acca Larentia
Come detto, quindi, per questa vicenda sono stati arrestati dalla polizia Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, e Vincenzo Nardulli, membro clou di Avanguardia Nazionale: si ritiene che siano i responsabili dell’aggressione ai due professionisti dell’Espresso proprio presso il cimitero del Verano lo scorso 7 gennaio. Nello specifico si tratta del giornalista Federico Marconi e del fotografo Paolo Marchetti. La loro presenza, in modo evidentemente molto chiaro, non era stata dunque affatto gradita sul posto.