(Adnkronos) –
Sulla lotta alla ludopatia “l’Italia è partita molto bene nel lontano 2010, quando è stata fatta la legge che prevedeva l’esclusione per il gioco a distanza, ma è una misura rimasta esclusivamente tale, mentre in altri paesi come Francia, Belgio e Germania, l’esclusione vale anche per i punti fisici ed è un elemento fondamentale in quanto, secondo il punto di vista del giocatore-consumatore, bisogna poter eliminare ogni possibilità di esclusione” Così, Laura D’Angeli, componente “Gruppo ricerche diritti e salute del giocatore-consumatore” dell’università Tor Vergata di Roma, commenta la ricerca ‘Il Registro Unico degli Esclusi (R.U.E.) Dallo strumento alla strategia’, in cui sono state analizzate le modalità per la realizzazione, appunto, di tale registro riguardante il settore dei giochi con vincita in denaro (indicato in seguito per brevità anche come gioco) in Italia.
L’altro elemento fondamentale è rappresentato dall’esclusione intesa come strategia, come strumento volontario e anche non volontario, cioè eterodiretto: “In Italia, infatti è il giocatore che decide di autoescludersi, mentre è estremamente importante che questa misura possa essere posta in essere anche per alcune categorie di soggetti, come coloro i quali sono sottoposti a sovraindebitamento, in quanto possono avere problemi finanziari. Per tale motivo è giusto, quindi, escluderli dal gioco”, afferma D’Angeli.
Questi, i messaggi fondamentali dello studio, secondo D’Angeli, che conclude: “Insieme ad un approccio mirato per tipologia di utenti e soprattutto per la protezione dei soggetti vulnerabili attraverso l’applicazione di tecniche di comunicazione e informazione al giocatore, che rappresentano in questo momento un elemento molto importante”.