Si è presentato con la mascherina simbolo della protesta di Hong Kong, urlando in diretta: “Liberate Hong Kong!”. Così il giocatore professionista di Heartstone Ng Wai “blitzchung” ha deciso di dire la sua durante un’intervista post match trasmessa in streaming.
L’intervista in questione è stata subito bloccata da Blizzard, che in seguito ha interdetto il giocatore dal torneo di Heartstone a cui stava prendendo parte. Una decisione fin da subito contestata da giocatori e addetti ai lavori, che hanno ritenuto la cacciata di blitzchung una censura pro-Cina.
Fin da subito la scelta di Blizzard ha generato clamore mediatico, tanto da spingere addirittura alcuni dipendenti della stessa azienda a coprire con dei fogli degli slogan che campeggiano sulla statua di un orco che si staglia al centro del giardino nella sede della stessa Blizzard.
Ma questa non è l’unica protesta che si è alzata, anzi, nel web è diventato addirittura di tendenza l’hashtag #BoycottBlizzard, con cui i giocatori intendono appunto boicottare l’azienda dopo la scelta di impedire a blitzchung di continuare il torneo.
Tanti modi con cui i protestanti stanno decidendo di colpire Blizzard: c’è chi ha annullato l’abbonamento a World of Warcraft, o chi ha stracciato il pre-order di Warcraft 3. c’è addirittura chi ha giurato di non comprare più nessun prodotto targato Blizzard. Insomma, un gran polverone che ha investito l’azienda videoludica, che in seguito ha rivelato di aver squalificato blitzchung per aver infranto delle regole del torneo.