In una settimana ricca di impegni internazionali, è iniziato alle 13 di oggi a Ginevra il primo faccia a faccia tra Joe Biden e Vladimir Putin. All’incontro, che dovrebbe durare 4-5 ore, sono presenti i ministri degli Esteri dei rispettivi Paesi. “Ci sono molte questioni che si sono accumulate, spero che il nostro incontro sia produttivo”, ha detto il leader della Casa Bianca prima del vertice”. “È sempre meglio incontrarsi faccia a faccia”.
Secondo Mosca i colloqui “non saranno facili”. “Abbiamo un sacco di arretrati che devono essere affrontati – ha detto in mattina Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino – Putin arriva con l’intenzione di sollevare questioni in maniera onesta e costruttiva e di cercare di raggiungere delle soluzioni”.
Biden è arrivato a Ginevra dopo aver partecipato al G7 in Cornovaglia e al vertice Nato a Bruxelles, dove ha ottenuto consensi importanti (più nell’alleanza atlantica che al gruppo dei 7) in chiave anti russa e nel rapporto con Pechino. Scopo di Washington è dialogare con Mosca, ma mostrarsi forte in caso di un braccio di ferro tra le due potenze. Tante le questioni aperte e delicate: situazione in Donbass, nel bacino del Donec, caso Navalny, interferenze alle elezioni, “guerra cibernetica” e hacker russi, trattato New Start (New Strategic Arms Reduction Treaty), l’accordo sulla riduzione delle armi nucleari rinnovato nel febbraio scorso per cinque anni dai due grandi rivali della Guerra Fredda (i negoziati di rinnovo erano stati bloccati sotto la presidenza Trump).
Nessuna ingerenza estera nei fatti interni della Russia è sicuramente tra le priorità di Putin. Interferenze nel caso Navalny e nei diritti umani, nella guerra in Ucraina, Bielorussia, o nei rapporti bilaterali con altre potenze sono sempre state bollate da Mosca come “inaccettabili intromissioni”. Probabilmente, come ha detto il politologo Robert Kaplan su Repubblica, il vertice di Ginevra “non appianerà tutti i contrasti tra Washington e Russia, ma darà il via a consultazioni regolari”. Rinsaldare il legame con gli europei – scrive Kaplan – e chiudere “un patto di non belligeranza con i russi”, sarebbe per Biden un bel colpo per “isolare la Cina, ridimensionandone la competitività”.